La pdl per introdurre il codice
Crimini internazionali, dal Pd una legge: “Mai più casi Almasri, stanerà Nordio”
La proposta a prima firma Boldrini, e ispirata da Amnesty International, prevede che chi è sospettato o accusato di aver commesso un crimine di guerra o contro l’umanità, a prescindere dalla nazionalità e da dove lo abbia commesso, se si trova in Italia possa essere indagato, arrestato e processato qui
Politica - di Angela Stella
Ieri alla Camera dei deputati durante una conferenza stampa è stata presentata da parte del Pd una proposta di legge per introdurre il codice dei crimini internazionali nell’ordinamento italiano. “Perché le donne ucraine che hanno subito stupri e ora sono rifugiate in Italia non possono avere giustizia nel nostro Paese? Come si può impedire che l’Italia diventi il rifugio di persone sospettate di crimini internazionali commessi a Gaza o in Sudan? Se avessimo avuto questa legge qualche mese fa – ha dichiarato la prima firmataria e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo Laura Boldrini – l’Italia avrebbe potuto processare Almasri e le vittime delle sue torture, dei suoi stupri, delle sue violenze avrebbero avuto giustizia. Senza sotterfugi, senza aerei di Stato che lo riportano in patria a continuare a torturare e violentare bambini, senza alibi”.
In pratica la pdl, formata da 71 articoli, intende introdurre la giurisdizione universale: chi è sospettato o accusato di aver commesso un crimine di guerra o contro l’umanità, di qualsiasi nazionalità sia e a prescindere da dove lo abbia commesso, se si trova in Italia questa persona può essere indagata, arrestata e processata dal nostro Paese. Nella relazione della pdl si ricorda che lo statuto della Corte penale internazionale è stato ratificato dal nostro Paese nel 1999, poi nel 2012 è stata fatta la legge che disciplinava le procedure ma è sempre mancato l’inserimento nel nostro codice di rito dei crimini di guerra e contro l’umanità. Vuoto che la pdl si propone di colmare, attribuendo al giudice ordinario la giurisdizione sui crimini di guerra. “All’inizio del suo mandato il Ministro Nordio – ha proseguito Boldrini – aveva annunciato l’introduzione del codice dei crimini internazionali. Poi, però, a questa promessa non è stato dato seguito e di quel provvedimento si sono perse le tracce. Perché il codice dei crimini internazionali è sparito dall’orizzonte di governo e maggioranza? Adesso che la proposta di legge l’abbiamo presentata noi, ci aspettiamo il sostegno della maggioranza. Altrimenti Nordio dovrà spiegare cosa o chi gli ha fatto cambiare idea”.
La deputata ha poi spiegato: “Con il codice dei crimini internazionali, che molti altri Paesi dell’Ue già hanno, chiunque, di qualsiasi nazionalità, sia sospettato di avere commesso crimini di guerra o contro l’umanità ovunque nel mondo, nel momento in cui si trova in Italia può essere indagato, arrestato e processato nel nostro Paese. Vladimir Putin, Benjamin Netanyahu, Yoav Gallant tutti accusati di crimini di guerra e contro l’umanità, se venissero in Italia, dovrebbero rispondere dei loro crimini davanti a un giudice italiano”. Occorre dunque “un importante cambio di paradigma che introduce nel nostro ordinamento il principio di giurisdizione universale. In un momento in cui il diritto internazionale è sotto attacco così come i tribunali internazionali, in cui Trump emette sanzioni ai giudici della Corte Penale internazionale come se fossero dei narcotrafficanti, in cui Netanyahu continua a commettere crimini di guerra e contro l’umanità indisturbato, il Partito Democratico manda un segnale chiaro in difesa del diritto internazionale e dell’impianto multilaterale che dalla fine della seconda guerra mondiale ha consentito che non prevalesse la legge della giungla ma il diritto”.
Presenti alla conferenza stampa anche la capogruppo del Pd alla Camera Chiara Braga, la responsabile giustizia del Pd Debora Serracchiani e il capogruppo del Pd in commissione Giustizia Federico Gianassi che ci ha detto: “Iniziativa importante che stanerà il governo. Nordio aveva promesso più volte l’approvazione di questo codice in tempi rapidi ma poi il tema è scomparso dai radar. Perché c’è dentro il reato di tortura? Perché i crimini internazionali sono sempre più diffusi e la loro repressione comporterebbe qualche imbarazzo con partner internazionale? Il contesto globale ci pone davanti a un bivio: o si torna indietro al tempo in cui gli Stati avevano poteri assoluti, anche di vita e di morte su cittadini inermi, o si sceglie il futuro scommettendo sulla tutela dei diritti fondamentali delle persone e sulla repressione dei crimini più gravi anche se commessi lontano dai nostri confini”. Ad inspirare la pdl è stata Amnesty International e vi hanno lavorato la professoressa Alessandra Annoni, professoressa ordinaria di diritto internazionale presso l’Università di Ferrara, e i professori Triestino Mariniello, ordinario di diritto penale internazionale alla Liverpool John Moores University (UK) e rappresentante legale delle vittime di Gaza presso la Cpi, e Antonio Marchesi, professore associato di diritto internazionale, Università di Teramo.