Il dibattito
Israele e la diaspora i tempi di Gaza
Incontro a Roma organizzato dalla Fondazione Gramsci, con Roberto Della Seta, Stefano Levi della Torre, David Calef, Martina Piperno, Wilad Tamimi
“Israele e la diaspora ai tempi di Gaza: confronto o separazione?” Dibattito organizzato dalla Fondazione Gramsci alla Casa della Memoria e della storia di Roma.
L’incontro è stato presentato da Silvio Pons, dell’Istituto Gramsci. Sono intervenuti Roberto della Seta, Stefano Levi della Torre, Simon Levis Sullam, David Calef (del gruppo Mai Indifferenti), Martina Piperno (del Laboratorio Ebraico Antirazzista, formato soprattutto da giovani) e Widad Tamimi, la cui madre apparteneva ad una storica famiglia ebrea di Trieste, mentre il padre era un profugo palestinese. In collegamento da Israele sono intervenuti la psicoterapeuta italo-israeliana Sarah Parenzo e Gadi Algazi, voce del movimento pacifista israeliano e uno dei primi obiettori di coscienza: nel 1982 si è infatti rifiutato di andare a combattere in Libano, scelta che ha pagato con il carcere.
I relatori sono tutti firmatari dell’appello “Ebree ed ebrei italiani dicono: No alla pulizia etnica. L’Italia non sia complice” sottoscritto da oltre trecento persone, tra cui Gad Lerner e Roberto Saviano e pubblicato a pagamento su due quotidiani nazionali, che riprendeva un analogo appello precedentemente pubblicato negli Stati Uniti e in Australia. Tra i tanti nomi ebraici c’è anche quello di Widad Tamimi, orgogliosa della sua doppia identità di ebrea e di palestinese: due famiglie assai diverse, ma entrambe profughe (dalla Cecoslovacchia invasa dai nazisti tedeschi e dalla Palestina occupata dall’esercito israeliano). David Calef sottolinea la netta differenza con ciò che è avvenuto negli Stati Uniti, dove un analogo appello è stato firmato da oltre trecento rabbini. Assai diverso, notano alcuni, era il clima che si respirava al tempo dell’invasione del Libano, quando gli organi ufficiali di stampa delle comunità ebraiche italiane ospitavano articoli di diverso e opposto orientamento.
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Interessanti anche gli interventi del pubblico. Il giornalista Wlodek Goldkorn ha ricordato che nello stesso anno in cui nacque il movimento sionista in Polonia si formò anche il Bund, che riuniva i lavoratori ebrei, aveva un’ideologia socialista e collaborava con tutte le altre organizzazioni dei lavoratori. Pupa Garribba ha raccontato della figlia che giovanissima decise, sorprendendo i famigliari, di trasferirsi in Israele prima ancora di terminare l’università per aiutare Rabin a fare la pace con i palestinesi e andò a vivere in un kibbutz aperto alla convivenza tra arabi ed ebrei. Ora partecipa alle marce della pace in cui i manifestanti espongono le foto dei bambini uccisi a Gaza.
*Agenzia di notizie pressenza.com