USA
Trump contro le università: sospesi i colloqui diplomatici per i visti agli studenti stranieri
Lo step obbligato in ambasciate e consolati per ottenere un visto, coinvolti anche i professori
Esteri - di Redazione Web

Continua la campagna di Donald Trump contro gli studenti stranieri nelle università degli Stati Uniti e contro le stesse università. Dopo il corpo a corpo con Harvard, ancora lontano da un finale risolutivo, il Presidente degli USA ha comunicato alle ambasciate e ai consolati americani di sospendere la programmazione dei colloqui per gli studenti stranieri che richiedono un visto per studiare negli Stati Uniti. La comunicazione si inserisce in una più vasta campagna di restrizioni contro alcune università americane.
Perché, secondo l’amministrazione, non avrebbero fatto abbastanza per limitare e contrastare gli episodi di antisemitismo che si sono verificati dopo gli attacchi di Hamas a Israele del 7 ottobre 2023 e la successiva risposta dello Stato Ebraico che ha causato decine di migliaia di morti nella Striscia di Gaza. Il governo ha istituito una Task Force sul tema che ha colpito sette atenei.
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A quella di Harvard, che ha sede a Boston, prima sono stati sospesi fondi e sovvenzioni federali e successivamente revocata la certificazione per studenti stranieri. L’università, da parte sua, aveva avviato una causa legale mentre un tribunale federale aveva temporaneamente sospeso il blocco. Le ostilità sono in realtà più antiche e hanno a che fare, oltre che con l’attualità degli ultimi anni, con la tradizione di sinistra dei grandi atenei che ha polarizzato lo scontro con la destra.
Alla più antica università degli Stati Uniti è stato impedito di iscrivere studenti provenienti da altri Paesi, che compongono il 27% del totale del corpo studentesco: un problema anche per chi è già all’interno dell’università, perché gli iscritti stranieri a causa del provvedimento rischiano di doversi trasferire, provocando così anche un grave perdita di finanziamento per Harvard, vista la retta annuale di circa 60mila dollari. Nel comunicato della Homeland Security si chiariva che “ad Harvard non potranno più iscriversi studenti stranieri e gli studenti già iscritti devono trasferirsi o perderanno il loro status legale”, evocando così la minaccia di venire deportati.
“La leadership di Harvard ha creato un ambiente universitario non sicuro consentendo ad agitatori antiamericani e filo-terroristi di molestare e aggredire fisicamente individui, tra cui molti studenti ebrei, e di ostacolare in altri modi il suo un tempo venerabile ambiente di apprendimento”, ha spiegato il Dipartimento per la sicurezza nazionale, che accusa i vertici dell’università di coordinarsi con il Partito comunista cinese.
La nota del dipartimento di Stato è stata visionata da diversi giornali che ne hanno dato notizia. Al suo interno sarebbe esplicitata un’estensione dei controlli perfino sui canali social degli studenti. Quello del colloquio presso un’ambasciata o un consolato del Paese d’Origine è uno step obbligato per ottenere un visto. Anche i professori stranieri saranno coinvolti nelle restrizioni.