Scontri con la polizia a Roma

Proteste sul dl sicurezza in Aula e in piazza, ma si procede con la fiducia

Ieri alla Camera interventi a raffica dell’opposizione che denuncia la tagliola sull’esame del provvedimento, assente la destra. Le associazioni rilanciano lo sciopero della fame

Giustizia - di Angela Stella

27 Maggio 2025 alle 13:30

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Photo Michele Nucci / LaPresse
Photo Michele Nucci / LaPresse

Ci sarà oggi alla Camera dei deputati il voto di fiducia sul dl sicurezza. Ma intanto la premier Giorgia Meloni ha iniziato ad esultare già ieri tramite X: “Dicevano che era inutile, sbagliato, persino disumano. E invece, grazie alle nuove norme introdotte dal Decreto Sicurezza, in Italia sono già stati eseguiti i primi sgomberi immediati di immobili occupati abusivamente. Un risultato concreto, reso possibile da procedure che consentono finalmente un intervento veloce e il ripristino rapido della legalità. Avanti così, per tutelare i più deboli e difendere la proprietà privata”.

Piena contrarietà invece dai gruppi parlamentari di opposizione che ieri a Montecitorio si sono iscritti in massa per prendere la parola contro il provvedimento mentre la maggioranza era praticamente quasi tutta assente. Le minoranze hanno innanzitutto stigmatizzato la procedura seguita in commissione Affari Costituzionali, dove giovedì scorso è stata imposta una doppia tagliola, sia sugli emendamenti che sulle dichiarazioni di voto. Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, invece in una lettera di replica al Pd ha sottolineato che “la durata del procedimento in sede referente è andata ben oltre il termine di 15 giorni previsto dal Regolamento”. Per la deputata Simona Bonafè, vicepresidente del Gruppo Pd, “Questo è l’ennesimo, pessimo, decreto che aumenta solo le pene e i reati in una logica di mero populismo penale. Non affronta mai le cause profonde che creano i reati ma agisce solo sulle emozionalità di fatti sotto l’occhio dei media. La sicurezza del governo, a invarianza di bilancio, non interviene mai in maniera strutturale. Quale sicurezza si garantisce al Paese mandando in carcere i bambini fino a 3 anni figli di donne che devono scontare una pena, condannandoli a vivere i primi anni di vita fra le sbarre?”.

“È gravissimo – ha aggiunto la deputata M5S Valentina D’Orsoche un disegno di legge esaminato per mesi dalle Camere sia diventato decreto legge senza nemmeno l’ombra dei presupposti di necessità e urgenza. Poi abbiamo assistito a forzature incredibili per l’esame dello stesso decreto, blindato addirittura in prima lettura: emendamenti delle opposizioni del tutto ignorati, senza nemmeno un’istruttoria in commissione, e nemmeno un emendamento di maggioranza approvato”.Gli esponenti della destra non hanno aperto bocca durante l’esame di questo testo, trasformato in decreto legge dalla sera alla mattina, avete imposto una doppia tagliola. Troppe anomalie, non si può pensare di mettere in campo un provvedimento delicato che mette in discussione le libertà senza discussione in parlamento. Chi vuole limitare le libertà deve dirlo pubblicamente”: così il capogruppo di Avs nella commissione Affari costituzionali della Camera Filiberto Zaratti.

Durante la discussione il deputato di +Europa Riccardo Magi ha illustrato una durissima relazione di minoranza, che iniziava così: il dl sicurezza “costituisce una rottura dell’ordine costituzionale da molti punti di vista e, pertanto, invito l’Assemblea a respingerlo con nettezza. Costituisce un insulto al Parlamento e ai cittadini italiani e produce una lacerazione nel tessuto costituzionale e civico del Paese”. Magi ha anche criticato i presidenti di Camera e Senato che “non tutelano più le prerogative di tutta l’assemblea ma si sono dimostrati completamente asserviti a una logica di parte, di maggioranza”. Intanto lo stesso Magi ha fatto sapere che il giudizio di ammissibilità sul ricorso da lui presentato alla Corte Costituzionale per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato contro il Governo della Repubblica è stato calendarizzato ad ottobre. “Nel frattempo questa norma produrrà gravissimi danni” ha concluso.

Slitta pure al 10 ottobre mesi la decisione del Tribunale di Milano se sollevare o meno la prima questione di legittimità costituzionale sul nuovo decreto per verificare se esista il requisito della straordinaria necessità e d’urgenza, in attesa di capire come sarà configurato il nuovo testo nella legge di conversione al vaglio del Parlamento. Ieri alla Camera si è tenuta anche una conferenza stampa di rilancio della catena di solidarietà e del digiuno a staffetta contro il dl sicurezza promossa, tra gli altri, da A Buon Diritto, Acli, Antigone, Arci, Cgil, Cnca, Forum Droghe, L’Altro Diritto, Ristretti Orizzonti, Forum Disuguaglianze. Per Franco Corleone (Società della Ragione) “è riduttiva la spiegazione per cui bisogna fare un decreto perché c’è il congresso della Lega” e Salvini doveva portare un risultato. “Secondo me – ha proseguito l’ex sottosegretario alla Giustizia – hanno voluto mettere in campo una iniziativa per dire: ‘facciamo quello che vogliamo e se ci va bene questa prova non avremo più limiti’”.

Negli stessi istanti era in corso una manifestazione a Roma promossa dai Cobas e altri centri sociali contro il provvedimento, in attesa di quella nazionale promossa da moltissime altre realtà che si terrà il 31 maggio sempre nella capitale. Ci sono stati anche momenti di tensione a piazza Barberini, dove i partecipanti hanno attaccato lo sbarramento delle forze dell’ordine in via del Tritone per raggiungere i palazzi istituzionali. Sono stati poi contenuti con gli scudi. Infine da ieri e fino a sabato l’Associazione Italiana dei Professori di Diritto Penale, che nei mesi scorsi si è in più occasioni espressa criticamente nei confronti del dl sicurezza, ha organizzato una settimana di iniziative e di riflessione critica in 10 atenei italiani, da nord a sud, con un momento conclusivo nazionale che si svolgerà a Napoli, e tanti interventi tra i quali quello del presidente dell’Anm Cesare Parodi, e di Francesco Petrelli, il presidente dell’Ucpi

27 Maggio 2025

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