La manifestazione nazionale

Dl sicurezza, il grido di avvocati e Pm contro la riforma

In piazza tutti i partiti di minoranza tranne il M5s, presente anche la magistratura con Zaccaro di AreaDG. “Il governo ha umiliato il Parlamento”

Giustizia - di Angela Stella

8 Maggio 2025 alle 13:11

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Foto Mauro Scrobogna / LaPresse
Foto Mauro Scrobogna / LaPresse

Sono 1.949 gli emendamenti al dl Sicurezza depositati nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera, ripartiti tra tutti i gruppi. In particolare, sono 525 gli emendamenti depositati da Avs, 24 da Azione, 62 da Iv, 23 da +Europa, 3 dal gruppo Misto delle minoranze linguistiche, 801 dal M5S, 458 dal Pd. Anche tutti i gruppi di maggioranza hanno depositato emendamenti: sono 22 quelli depositati da Forza Italia, 11 da Fratelli d’Italia, 9 dalla Lega, 11 da Noi moderati. Proprio il partito di Maurizio Lupi è stato l’unico tra quelli che sostengono il Governo a partecipare ieri alla manifestazione nazionale contro il provvedimento organizzata a Roma dall’Unione Camere Penali. Lo ha fatto attraverso il responsabile giustizia, Gaetano Scalise, che ha illustrato i vari emendamenti tra cui uno relativo alle detenuti madri. Invece di prevedere direttamente la custodia in un Icam l’alternativa potrebbe essere quella degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico

Tra i partiti di minoranza hanno partecipato tutti, tranne i pentastellati. Per la vice-presidente del Senato, la dem Anna Rossomando, “il Parlamento da un anno e mezzo stava lavorando sul disegno di legge, anche attraverso il confronto con operatori della giustizia, mondo dell’università, sindacati. Il provvedimento stava per andare in aula e si è voluto travolgere il Parlamento con un decreto legge. Tutto ciò è contro le democrazie parlamentari”. Molto dura anche Maria Elena Boschi, presidente dei deputati di Italia Viva: “Siamo in piazza per rappresentare il dissenso verso un decreto legge che è una vergogna. Peggio ancora del disegno di legge sicurezza su cui il Parlamento ha lavorato per un anno. E il governo Meloni cosa fa? In cinque minuti, in Consiglio dei Ministri, cancella tutto quel lavoro, lo trasforma in un decreto legge, togliendo spazio al dibattito democratico e umiliando il Parlamento”. Per Avs presenti Ilaria Cucchi e Peppe De Cristofaro che hanno dichiarato: “Questo decreto non rende più sicura l’Italia, ma più ingiusta e repressiva. Meloni usa la decretazione di urgenza per impedire il dissenso, per bloccare chi non la pensa come lei o lotta per il proprio posto di lavoro o per difendere l’ambiente. Criminalizzare il dissenso o l’aumento spropositato delle pene non portera’ a maggiore sicurezza per i cittadini ma ad una mortificazione della democrazia”.

Intervenuto anche il deputato di +Europa, Riccardo Magi: “Il decreto sicurezza è un mostro di 40 articoli, con una ventina di interventi in materia penale, e segna un salto nel baratro dal punto di vista costituzionale, si può dire senza esagerare che è il coperchio sulla barra del parlamento e delle prerogative parlamentari. Per questo ho ritenuto di avanzare un conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale come singolo parlamentare. Ma noi, come opposizioni, vogliamo chiedere ai presidenti di Camera e Senato di sollevare loro il conflitto di attribuzione nei confronti del governo a tutela delle funzioni parlamentari oppure ci devono dire perché accettare che l’iter di un disegno di legge che andava avanti da un anno e mezzo venga interrotto e l’attività del Parlamento annullata in questo modo”.

Il provvedimento, come noto, è riuscito ad unire nelle critiche avvocatura, accademia e magistratura. Per questo era presente in piazza Giovanni Zaccaro, Segretario di Areadg: “Non ci può essere sicurezza se si limitano i diritti. E quindi – ha spiegato parlando dal palco l’esponente dell’associazione che riunisce le toghe progressiste- sì alla sicurezza come strumento per la tutela dei diritti, della libertà e delle garanzie. Se invece la sicurezza è contro i diritti, le libertà, le garanzie la dobbiamo chiamare con il suo vero nome che è autoritarismo”. Tra i costituzionalisti, ha preso la parola il professor Marco Ruotolo per il quale “questo parlamento ratifica semplicemente le volontà dell’Esecutivo”. Presente anche Rita Bernardini, giunta oggi al quindicesimo giorno di sciopero della fame.

8 Maggio 2025

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