La strage senza fine
Israele bombarda una scuola, ennesima strage e Netanyahu annuncia: “A Gaza per restarci”
Ora persino gli Usa sono allarmati per il piano di distruzione totale di Israele. Che ieri ha ucciso altre 52 persone rifugiate in un istituto
Esteri - di Umberto De Giovannangeli

A Gaza solo morte, fame, paura, distruzione. Proseguono senza sosta i raid e i bombardamenti a tappeto israeliani, che martellano pesantemente la Striscia, con un bilancio di decine di vittime, tra cui due membri dello staff del Comitato Internazionale della Croce Rossa, uccisi domenica in un attacco sulla loro casa a Khan Yunis dove hanno perso la vita anche i 9 figli della pediatra Alaa Najjar. Escalation che, stando al Jerusalem Post, starebbe preoccupando gli Usa che avrebbero chiesto a Israele di rinviare l’occupazione su vasta scala a Gaza per favorire gli sforzi per i negoziati sul rilascio degli ostaggi. I funzionari israeliani hanno però chiarito che, una volta iniziata l’operazione terrestre su vasta scala, Israele non si ritirerà dalle aree in cui è entrata, nemmeno nell’ambito di un potenziale accordo.
E la situazione è destinata a peggiorare, ancora e ancora.
Il portavoce dell’Idf in lingua araba ha annunciato che l’esercito israeliano ha avviato un’operazione militare «senza precedenti» contro le capacità dei gruppi armati che continuano a lanciare razzi su Israele dall’area di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. L’Idf ha ordinato l’evacuazione immediata dei residenti dei quartieri di al-Qarara, Bani Suheila e Abasan verso la zona di al-Mawasi, a ovest. Secondo l’annuncio, la zona è considerata pericolosa e sono stati lanciati più avvertimenti in passato. Gli ospedali Nasser e al-Amal sono stati esclusi dall’ordine di evacuazione. È salito ad almeno 52 morti nella Striscia di Gaza il bilancio delle vittime degli attacchi israeliani da stamattina e 36 di questi sono stati registrati nell’attacco che ha colpito una scuola trasformata in rifugio per sfollati a Gaza City, nel quartiere di Daraj. Lo riferiscono le autorità sanitarie locali. Il raid sulla scuola è avvenuto mentre le persone dormivano e ha fatto scattare un incendio. L’esercito israeliano (Idf) ha dichiarato che con questo attacco ha preso di mira dei militanti che operavano dalla scuola.
«Dobbiamo entrare subito, e in grande scala, non con i pochi camion di adesso, che sono solo una goccia nel mare». Così Cindy McCain, direttrice del World Food Programme, lancia l’allarme sul rischio «catastrofe» a Gaza dove «al momento abbiamo mezzo milione di persone che sono in una situazione di estrema insicurezza alimentare e posso essere sull’orlo di morire di fame se non li aiutiamo». La vedova del senatore repubblicano John McCain, che fu fino alla fine un grande oppositore di Donald Trump al Congresso, era stata nominata da Joe Biden ambasciatrice al Wfp e poi nel 2023 indicata dallo stesso presidente democratico come nuova direttrice esecutiva dell’agenzia Onu che ha sede a Roma. Intervistata da Cbs news, McCain ricorda come durante il cessate il fuoco l’Onu riusciva a fare entrare a Gaza fino a 600 camion di aiuti al giorno, ora appena 100 vengono autorizzati. «Non è lontanamente sufficiente e devono andare ai posti giusti», aggiunge affermando che non ci sono prove a sostegno delle accuse di Israele che afferma che Hamas sia responsabile delle razzie di 15 camion. «Queste persone sono disperate e vedono arrivare un nostro camion e gli danno l’assalto – spiega – questo non ha niente a che vedere con Hamas o alcun crimine organizzato, ma semplicemente con il fatto che queste persone stanno morendo di fame».
La caccia al palestinese si estende anche a Gerusalemme. In occasione della Giornata di Gerusalemme, alcune decine di giovanissimi israeliani di destra hanno marciato tra le viuzze del suq (il mercato della Città Vecchia) I ragazzi hanno preso a calci porte di negozi, urlato insulti razzisti, sputato su passanti e cantato cori d’odio: “Possa il tuo villaggio bruciare” e “morte agli arabi”. Il mercato oggi, proprio nel timore di provocazioni e aggressioni, è semi-deserto, con la maggior parte delle botteghe che hanno la serranda abbassata. Alcuni testimoni, tra i quali alcuni membri dell’organizzazione pacifista israelo-palestinese “Standing Together”, riferiscono che la polizia di guardia al mercato non ha un numero di agenti sufficiente a contrastare gli aggressori e che alcune richieste di rinforzi non hanno ricevuta risposta. Alla fine, comunque, alcuni tra gli aggressori sono stati arrestati.
Benjamin Netanyahu ha convocato una riunione del suo gabinetto in un quartiere a maggioranza palestinese, mentre Israele celebrava il Giorno di Gerusalemme, promettendo che la città rimarrà unita sotto Israele. Lo ha reso noto l’ufficio del premier. “Manterremo Gerusalemme unita, integra e sotto la sovranità israeliana”, ha affermato Netanyahu. Non c’è pace in Terrasanta.