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Gaza, caos sull’asse Hamas-Usa: Witkoff smentisce l’intesa col gruppo palestinese sulla proposta di tregua

Accordo raggiunto, anzi no. Conferme e poi smentite sull’asse Hamas-Stati Uniti in merito alla proposta di tregua di Steve Witkoff, l’inviato del presidente Donald Trump per il Medio Oriente, che da settimane sta cercando di raggiungere un accordo tra Hamas, Israele e mondo arabo per la riconsegna degli ostaggi ancora in mano all’organizzazione palestinese nella Striscia in cambio di un cessate il fuoco.
Ore convulse quelle odierne in cui da fonti vicine ad Hamas era arrivata la notizia di un presunto accordo raggiunto. “Hamas ha accettato la nuova proposta dell’inviato americano Steve Witkoff. Ricevuta dal movimento tramite i mediatori, pone l’accento su un cessate il fuoco permanente nella Striscia di Gaza”, aveva riferito una fonte di Hamas all’agenzia Afp, precisando che il gruppo aveva anche informato i mediatori. A confermate l’intesa per “una forma di cessate il fuoco permanente” nella Striscia di Gaza era stata anche la tv satellitare al Jazeera citando proprie fonti.
Passano poche ore ed è lo stesso Witkoff a smentire il tutto. “Quello che ho visto da Hamas è deludente e completamente inaccettabile“, avrebbe detto Witkoff a Barak Ravid, giornalista del media statunitense Axios.
“Witkoff mi ha detto che – scrive Ravid sull’ex Twitter – Israele accetterà un cessate il fuoco temporaneo con la liberazione di metà degli ostaggi vivi e metà dei deceduti e che conduca a ‘negoziati concreti per trovare una strada verso un cessate il fuoco permanente, che ho accettato di presiedere. Questo accordo è sul tavolo, Hamas dovrebbe accettarlo'”.
La proposta avanzata da Witkoff avrebbe comportato il rilascio di dieci ostaggi israeliani (sono poco più di venti quelli ancora in vita in mano ad Hamas, ndr) in due fasi, in cambio di una tregua di 70 giorni nel corso della quale avrebbe dovuto iniziare i colloqui per un cessate il fuoco permanente nella Striscia di Gaza tramite garanzie degli Stati Uniti.