La sinistra alla riscossa

Ai sondaggi vince la destra, alle elezioni la sinistra: Genova torna rossa, batosta al governo Meloni

In Liguria trionfa Silvia Salis, a Ravenna stravince Barattoni. Quasi certe anche la conquista di Taranto e Matera al ballottaggio. Meloni vede nero

Politica - di David Romoli

27 Maggio 2025 alle 07:00

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Photo credits: Andrea Panegrossi/Imagoeconomica
Photo credits: Andrea Panegrossi/Imagoeconomica

Il test è limitato, solo quattro città capoluogo di provincia e una sola, Genova, di regione. L’esito però è più che indicativo: l’opposizione unita vince. A Genova Silvia Salis, appoggiata, caso più unico che raro, strappa alla destra il capoluogo già al primo turno con il 53,5% dei voti alla seconda proiezione. Lo stacco rispetto al candidato del centrodestra, il vicesindaco Pietro Piciocchi, sembra però più ampio. L’ex numero due del comune è fermo al 41%.

Taranto, pur non essendo capoluogo, è una piazza quasi altrettanto importante: la città dell’Ilva, una delle poche aree operaie della Puglia. A Taranto inoltre le coalizioni si sono presentate al primo turno divise. Al ballottaggio arriverà in pole position Pietro Bitetti, il candidato del Pd, di Avs e di altre 6 liste civiche. La candidata dei 5S Annagrazia Angolano, che qui correva da sola, ha preso però il 10,9%. Salvo ribaltamenti del quadro a vedersela con Bitetti, tra due settimane, sarà Francesco Tacente, messo in campo dalla Lega e da lacune liste civiche centriste. Il centrodestra, senza Carroccio, si ferma con Luca Lazzarò al 19,7%.

A Ravenna non c’era partita e la destra lo sapeva sin dall’inizio. È andata secondo le previsioni, con il candidato del centrosinistra che passa facilmente già al primo turno con oltre il 57% sconfiggendo il centrodestra, che con Nicola Grande si è fermato al 25% e l’esito non sarebbe cambiato anche se ci fosse stata la Lega, che invece anche qui si è presentata da sola. Con Alvaro Ancisi ha raggranellato il 7%.

L’ultima città rilevante in palio era ed è ancora Matera. Il centrosinistra, con Roberto Cifarelli è avanti, al 43,1%. Il distacco con il centrodestra di Antonio Nicoletti, sopra il 38%, non è enorme ma qui il M5S andava da solo e ha preso poco più del 7%. Probabilmente con un campo di centrosinistra unito alla sinistra sarebbe passata la paura già in questo turno. Ma anche così la sconfitta complessiva che si configura per la destra sembra netta e con poche possibilità di ribaltare la situazione a Taranto e a Matera nel ballottaggio.

Per leggere le comunali di ieri e di domenica in termini di tendenza nazionale in realtà è presto. Si votava in 117 comuni e i risultati dei quattro principali non bastano a registrare il dato nazionale che andrà analizzato sull’intero campione tenendo anche conto dei voti di lista. Ma alcuni alementi sembrano comunque chiari. Intanto, per la prima volta, la deriva astensionista sembra frenata. L’affluenza è più o meno quella di quattro anni fa ma in crescita nelle grandi città. In secondo luogo l’espediente sul quale punta la destra, l’eliminazione cioè del secondo turno nelle comunali, avrebbe probabilmente effetti limitati. Le coalizioni sarebbero costrette a compattarsi subito invece di contarsi con candidati o della Lega o dei 5S solitari al primo turno. Infine e soprattutto, se riuscisse a compattarsi, il centrosinistra avrebbe il gioco in mano. Non con la certezza di vincere – quella in politica non c’è mai e l’aritmetica spesso inganna – ma con ampie probabilità di farcela. La destra, invece, inizia a scontare una crisi di consensi che è riuscita a rinviare per oltre due anni, a riprova del momento complessivo di difficoltà che sta vivendo, per la prima volta, la premier.

Di certo i risultati di ieri confortano la strategia della segretaria del Pd, decisa a lanciarsi all’offensiva sia sul fronte interno, con un probabile congresso anticipato del Pd, sia contro i rivali diretti. Lo slancio in politica e soprattutto nelle urne conta. Il successo di ieri è un ottimo viatico per il referendum dell’8 e 9 giugno. L’obiettivo del quorum è quasi proibitivo. Quello di una percentuale di votanti più alta del previsto invece non lo è più. In autunno le regionali sembrano destinate a segnare un nuovo punto a favore dell’opposizione e a quel punto nell’ultima fase della legislatura, che sarà segnata da una lunghissima campagna elettorale, la partita sarà apertissima. Sempre che nessuno decida, per l’ennesima volta, di regalare la partita a Giorgia dividendosi e spaccando un fronte potenzialmente vincente.

27 Maggio 2025

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