L'emendamento

Ballottaggi alle elezioni comunali, la destra prova il colpo di mano: blitz per abbassare l’asticella al 40% dei voti

Politica - di Redazione

3 Aprile 2025 alle 10:45

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Fonte LaPresse
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Accusavano il governo Conte di agire “col favore delle tenebre”, come da celebre conferenza stampa dell’allora presidente del Consiglio nel 2020 a proposito della ratifica del Mes, ma anche la maggioranza Meloni tenta i suoi “colpi di mano”.

L’argomento è una sostanziale riforma-abolizione dei ballottaggi alle elezioni comunali. Le opposizioni unite hanno infatti denunciato il tentativo da parte della maggioranza di calare la mannaia sul secondo turno nei comuni superiori ai 15mila abitanti: il metodo è quello di un emendamento al Dl Elezioni che fissa le elezioni amministrative di maggio-giugno.

I primi quattro firmatari sono Lucio Malan, Massimiliano Romeo, Maurizio Gasparri e Michaela Biancofiore, ovvero i capigruppo dei quattro gruppi di maggioranza: il testo, scovato dai deputati del Partito Democratico soltanto nella tarda serata di mercoledì 2 aprile, quando la politica italiana era più impegnata a seguire l’annunciata guerra commerciale di Donald Trump a suon di dazi, prevede di fatto un colpo di spugna sul ballottaggio.

Il secondo turno, che tradizionalmente favorisce il centrosinistra, verrebbe pesantemente sforbiciato: per eleggere un sindaco al primo turno nei Comuni sopra i 15mila abitanti basterà il 40 per cento dei voti, non più il 50% più uno dei voti degli aventi diritto.

Il Dl elezioni, come ricorda Repubblica, è del 19 marzo e sarà convertito entro il 19 maggio: proprio nella giornata di ieri, mercoledì 2 aprile, scadeva il termine per presentare gli emendamenti.

“Sono senza vergogna. Andare all’assalto del ballottaggio nei comuni sopra i 15 mila abitanti con un emendamento proditorio al dl elezioni che riduce al 40% la soglia per eleggere il sindaco al primo turno, significa compiere per puro calcolo di parte un furto di democrazia, nel metodo e nel merito”, dice senza mezzi termini il senatore Pd Dario Parrini, che definisce l’emendamento “un abuso colossale” perché di fatto “prevede l’elezione a minoranza di cariche esecutive monocratiche, per di più abbinandola alla concessione di un premio potenziale abnorme, di 20 punti percentuali”. Qualcosa di “inconcepibile”, secondo il senatore Dem, “del tutto illegittima sia costituzionalmente che politicamente, che stravolge una forma di governo degli enti locali che funziona ottimamente da 32 anni e mai modificata unilateralmente”.

Battaglia che unisce le opposizioni. Da Italia Viva Ivan Scalfarotto parla di “destre che provano a cambiare le regole del gioco”. “Per prima cosa non esiste al mondo che si cambi una legge elettorale con un semplice emendamento a un decreto legge. È una cosa contraria a ogni senso della democrazia e anche della decenza. In secondo luogo si vogliono eleggere così sindaci di minoranza, votati da meno della metà dei cittadini, indebolendo una figura istituzionale come il sindaco, che in tutto il Paese rappresenta un presidio di democrazia rispettato e spesso anche amato dalle comunità locali. Uno strappo istituzionale che denuncia tutta l’immaturità democratica e la povertà civile di questa destra. Daremo battaglia”, dice il senatore renziano.

di: Redazione - 3 Aprile 2025

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