Ai seggi

Per cosa si vota ai referendum dell’8 e 9 giugno: lavoro e cittadinanza, la variabile quorum e i fuorisede

Si voterà dalle 7:00 alle 23:00 di domenica 8 giugno e dalle 7:00 alle 15:00 di lunedì 9 giugno. Saranno validi soltanto se andrà a votare la metà degli aventi diritto al voto

Politica - di Redazione Web

5 Maggio 2025 alle 17:15

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Foto LaPresse 12-06-2022 Roma, Italia Politica Referendum sulla Giustizia Nella foto: Seggi elettorali Photo LaPresse June 12, 2022 Rome Italy Politics Referendum on Justice In the photo: Polling stations
Foto LaPresse 12-06-2022 Roma, Italia Politica Referendum sulla Giustizia Nella foto: Seggi elettorali Photo LaPresse June 12, 2022 Rome Italy Politics Referendum on Justice In the photo: Polling stations

Appelli alla partecipazione, chiamate alla sensibilizzazione. Entra nel vivo la campagna referendaria per i cinque quesiti abrogativi che riguardano lavoro e cittadinanza per i quali si tornerà alle urne domenica 8 e lunedì 9 giugno. I seggi saranno aperti dalle 7:00 alle 23:00 di domenica e dalle 7:00 alle 15:00 di lunedì. La prima sfida è proprio quella della partecipazione: saranno validi soltanto se si raggiungerà il quorum, se andrà a votare la metà degli aventi diritto.

Ogni quesito sarà su una scheda di colore diverso. Potranno votare anche i fuorisede, sempre che abbiano presentato domanda per votare in un Comune diverso da quello di residenza entro lunedì 5 maggio. I referendum sono abrogativi, ovvero si propongono di cancellare una legge esistente, totalmente o in parte. Così come riportato sul sito del ministero dell’Interno, indetti con decreti del Presidente della Repubblica 25 marzo 2025 (Gazzetta ufficiale, Serie Generale, n.75 del 31 marzo 2025), i quesiti sono:

  • “Contratto di lavoro a tutele crescenti – Disciplina dei licenziamenti illegittimi: Abrogazione”
  • “Piccole imprese – Licenziamenti e relativa indennità: Abrogazione parziale”
  • “Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi”
  • “Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici: Abrogazione”
  • Cittadinanza italiana: Dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana”.

I rispettivi quesiti sono consultabili nei dPR che indicono i referendum. Quelli sul lavoro sono stati proposti dalla CGIL e sostenti tra gli altri da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra. Riguardano anche il Jobs Act, la legge sul lavoro introdotta nel 2015 dal governo di Matteo Renzi, oggi leader di Italia Viva.

Il primo quesito vuole abrogare le norme sui licenziamenti che consentono di non reintegrare più un lavoratore licenziato in modo illegittimo se assunto dopo il 2015, neanche dopo che un giudice abbia stabilito il licenziamento ingiusto o infondato, come previsto dal contratto a tutele crescenti del Jobs Act. Il secondo punta a eliminare il limite di indennità per i lavoratori licenziati ingiustificatamente nelle piccole aziende, ovvero con meno di 16 dipendenti. Al momento il limite è fissato a un massimo di sei mesi di stipendio, in questo caso un giudice deciderebbe l’entità dell’indennità in base a diversi criteri.

Il terzo quesito vuole eliminare alcune norme sui contatti a tempo indeterminato: il quesito introdurrebbe una “causale”, ovvero la specifica del motivo per cui si ricorre a un contratto a termine e non a tempo indeterminato. Il quarto quesito aumenterebbe la responsabilità dell’imprenditore in caso di infortuni sul lavoro o malattie professionali. Al momento il datore committente è responsabile in solido con l’appaltatore e i subappaltatori per i danni subiti dai lavoratori senza copertura assicurativa, la legge vuole eliminare la clausola che escluderebbe la responsabilità del committente se i danni sono causati da rischi specifici dell’attività di appaltatore e subappaltatore.

Il referendum sulla cittadinanza era stato proposto a settembre 2024 dal deputato Riccardo Magi, di +Europa, una campagna che aveva raccolto oltre 637mila firme. Si propone di modificare l’articolo 9 della legge 91 del 1992 che aveva aumentato il lasso di tempo ininterrotto per poter chiedere la cittadinanza ma non modificherebbe altri requisiti per ottenere la cittadinanza come conoscere l’italiano, avere un reddito stabile e non aver commesso reati. Punta a ridurre da dieci a cinque gli anni di residenza regolare per poter chiedere la cittadinanza che una volta ottenuta potrà essere trasmessa anche ai figli minorenni. Il quesito riguarderebbe 2,3 milioni di persone.

5 Maggio 2025

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