I numeri dell'Onu
A Gaza femminicidio di massa: Israele ha ucciso 30mila donne
L’agenzia delle Nazioni Unite per le donne: 28mila donne palestinesi ammazzate dall’inizio della guerra. Ieri intanto nuovi raid: altre 87 vittime
Esteri - di Umberto De Giovannangeli

Una Spoon River al femminile. Immaginate per un momento una interminabile fila di nomi, di volti. Nomi e volti di donne. Di ogni età, anziane, giovani, ragazze. Pensatele in vita ora che sono morte. L’agenzia delle Nazioni Unite per le donne ha dichiarato che oltre 28.000 donne e ragazze sono state uccise a Gaza dall’inizio delle operazioni di Israele nella Striscia.
«Si tratta in media di una donna e una ragazza uccise ogni ora negli attacchi delle forze israeliane», ha affermato UN Women in un comunicato. «Tra le vittime, migliaia erano madri, e hanno lasciato dietro di sé bambini, famiglie e comunità devastate». L’organizzazione ha rinnovato il proprio appello per un cessate il fuoco immediato, la liberazione di tutti i prigionieri israeliani e il ripristino immediato di un accesso umanitario senza ostacoli. Secondo il Ministero della Sanità palestinese di Gaza, la guerra ha provocato almeno 53.475 morti e 121.398 feriti. Si ritiene che migliaia di altre persone siano ancora sotto le macerie in diverse zone della Striscia.
Pietà l’è morta a Gaza. Come l’umanità. Donne e bambini, i più indifesi tra gli indifesi. Ognuna e ognuno è condannato a morte. Per bombe, per fame, per mancanza di cure. Serve con urgenza «un flusso» massiccio di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, altrimenti altri «14.000 bebè» palestinesi potranno morire già nelle prossime 48 ore. Lo ha detto oggi alla Bbc il diplomatico britannico Tom Fletcher, vicesegretario generale dell’Onu e coordinatore delle missioni di soccorso di emergenza nel mondo, dopo aver definito ieri il via libera dato da Israele all’ingresso di meno di 10 camion d’aiuti – al culmine di 11 settimane di nuovo blocco totale – «una goccia nell’oceano». «Io voglio che questi 14.000 bebè siano salvati per quanto possibile, abbiamo 48 ore», ha dichiarato Fletcher.
Sono almeno 87 i morti nella Striscia di Gaza a causa di operazioni militari israeliane effettuate in 24 ore nell’enclave palestinese. Lo riporta la tv satellitare al-Jazeera che cita dati forniti dal ministero della Salute di Gaza, che nel 2007 finì in mano a Hamas. Secondo le notizie rilanciate dall’emittente, dal 7 ottobre 2023 – quando sono iniziate le operazioni militari israeliane nella Striscia in risposta all’attacco di quel giorno in Israele – a Gaza si conterebbero 53.573 morti e 121.688 feriti. Qualcuno in Europa sembra accorgersene. La Francia è «determinata» a riconoscere uno Stato palestinese e sostiene l’iniziativa guidata dai Paesi Bassi per una revisione dell’accordo di cooperazione tra Unione Europea e Israele. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot, in un intervento a Radio France Inter. Il capo della diplomazia francese ha anche condannato Israele per la situazione «indifendibile» a Gaza creata dalla sua campagna militare e dal blocco della consegna degli aiuti umanitari. «Non possiamo lasciare ai bambini di Gaza un’eredità di violenza e odio. Quindi tutto questo deve finire, ed è per questo che siamo determinati a riconoscere uno Stato palestinese», ha affermato Barrot.
Le parole del ministro degli Esteri francese giungono dopo che Macron si è unito al premier britannico Keir Starmer e al premier canadese Mark Carney in una rara dichiarazione congiunta che ha fatto infuriare Israele. La dichiarazione affermava che «non staremo a guardare», minacciando «ulteriori azioni concrete» se Israele avesse continuato a bloccare gli aiuti e affermando che «siamo impegnati a riconoscere uno Stato palestinese». In merito a queste potenziali nuove azioni concrete, Barrot ha esortato l’Unione europea ad accogliere la richiesta olandese di rivedere l’accordo di associazione tra Israele e il blocco Ue e, in particolare, a verificare se Israele stesse violando gli impegni assunti in materia di diritti umani. Ha affermato che ciò solleva «la possibilità di un’eventuale sospensione» di un accordo, che ha dimensioni sia politiche che commerciali.
Parigi si muove. Così come Londra. Il Regno Unito ha sospeso i negoziati per un accordo di libero scambio con Israele alla luce dell’espansione della campagna militare a Gaza. È quanto annunciato dal ministro degli Esteri britannico David Lammy. Convocato l’ambasciatore israeliano a Londra, Tzipi Hotovely. Ieri Londra, in una dichiarazione congiunta con Francia e Canada, aveva esortato Tel Aviv a mettere fine alla guerra nella Striscia, avvertendo che in caso contrario avrebbe intrapreso ulteriori azioni. E l’Italia? Nessuna iniziativa concreta, solo parole di circostanza per condannare i carnefici di Tel Aviv. Presidente Meloni, 28mila donne sono state uccise a Gaza. Ventottomila.