Le parole del premier israeliano
Netanyahu apre agli aiuti umanitari: “Ma prenderemo tutta Gaza”
Le aperture di Bibi mentre i 'Carri di Gideone' assediano la Striscia di Gaza. I colloqui sono in corso a Doha
Esteri - di Redazione Web

A 19 mesi dall’inizio della guerra a Gaza, il premier israeliano ha incluso la fine dei combattimenti tra gli argomenti in discussione a Doha in quella che sembra una delle giornate più drammatiche dopo il 7 ottobre. “Il team negoziale sta lavorando su ogni possibilità per un accordo, sia secondo lo schema Witkoff, che nel quadro della conclusione della guerra, che includerebbe il rilascio di tutti gli ostaggi, l’esilio dei terroristi di Hamas e il disarmo della Striscia“, ha fatto sapere Benyamin Netanyahu attraverso il suo ufficio.
Ma intanto, le truppe di terra dell’Idf hanno dato il via all’offensiva ‘Carri di Gedeone‘ in diverse aree di Gaza con cinque divisioni in azione, un’ulteriore escalation della guerra solo parzialmente mitigata in serata dall’annuncio del primo ministro di aver autorizzato l’ingresso di una “quantità base” di aiuti alimentari nella Striscia con effetto immediato, mettendo fine a un blocco in vigore dai primi di marzo. L’annuncio dell’esercito israeliano dell’offensiva di terra è piombato su un clima di cauto ottimismo in merito ai colloqui a Doha, registrato nei Paesi arabi come in Israele.
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Una mossa che solo in apparenza può sembrare in contrasto con la parola ‘pace’, ma che in realtà viene usata come forma di pressione massima per convincere i leader di Hamas che è arrivato il momento ‘di scendere dall’albero’, come dicono gli israeliani. L’escalation ha preso ufficialmente il via dopo giorni di intensi attacchi aerei, e decine di vittime, per aprire la strada ai mezzi militari. Bombardamenti che sembrano aver centrato l’obiettivo di eliminare Muhammed Sinwar, il fratello più giovane dell’ex capo di Hamas Yahya, ucciso a ottobre, e da cui ha ereditato la leadership a Gaza. La conferma ufficiale che sia morto si sta facendo attendere, sia da parte di Hamas che di Tsahal.
Ma domenica mattina l’emittente saudita Al-Hadath citando sue fonti, ha riferito che “il corpo di Muhammad Sinwar, leader di fatto di Hamas, è stato trovato in un tunnel a Khan Younis“. Riferendosi al bunker sotto l’ospedale Europeo colpito martedì scorso da nove bombe penetranti e bombardato per ore anche nei giorni successivi per impedire i soccorsi o che i cadaveri venissero recuperati. Un attacco imponente dei caccia dell’Iaf scattato 20 minuti dopo una ‘segnalazione preziosa’ dal terreno che indicava Sinwar ‘il giovane’ in riunione con almeno altri dieci capi dell’organizzazione, tra cui il comandante della brigata Rafah Muhammad Shabana.
Anche lui dato per morto da Al-Hadath. Il ministro della Difesa Israel Katz ha commentato che “non c’è ancora alcuna verifica ufficiale, ma secondo tutte le indicazioni Muhammad Sinwar è stato eliminato“. Intanto dalla Striscia viene segnalata l’avanzata di carri armati a nord di Khan Younis, nel sud, accompagnata da pesanti bombardamenti di artiglieria e attacchi aerei, e nella parte orientale di Jabaliya, nel nord. Mentre nel sud di Israele nel tardo pomeriggio di domenica sono scattagli gli allarmi per due razzi lanciati dall’enclave. Quds, affiliata a Hamas, ha pubblicato filmati di famiglie palestinesi che lasciano i campi di Jabaliya, Beit Lahia e Tal a-Za’tar per l’intensificarsi dei raid.
Dopo i razzi, il portavoce dell’esercito ha ordinato l’evacuazione dall’area orientale di Deir al-Balah. La rinnovata offensiva di Israele si abbatte sulla Striscia mentre si moltiplicano da settimane gli appelli internazionali a fermare le armi, con la popolazione allo stremo per la mancanza di cibo e beni essenziali per il blocco degli aiuti ormai in vigore da oltre due mesi. L’annuncio di Netanyahu della ripresa degli aiuti potrà portare sollievo ai civili: un annuncio anticipato dall’inviato speciale di Trump Steve Witkoff, che in un’intervista ad Abc aveva riferito “l’indicazione” da parte di Israele di voler acconsentire all’ingresso di cibo nell’enclave. La Gaza humanitarian foundation, istituita in stretto coordinamento con Gerusalemme per gestire la distribuzione, dovrebbe cominciare a operare a Gaza entro la fine del mese.
“Verranno inviate cucine mobili. Abbiamo camion carichi di farina che ci aspettano al confine. Non vogliamo assistere a una crisi umanitaria e non permetteremo che si verifichi sotto il controllo del presidente Trump“, ha detto Witkoff. Intanto l’inviato statunitense per gli ostaggi Adam Boehler, rimasto a Doha per i negoziati, ha spiegato a Fox News Sunday che le trattative sono molto ‘fluide’, negando le voci secondo cui non starebbero andando bene: “Il rilascio dell’ostaggio Idan Alexander è un segnale che Hamas capisce di dover liberare i rapiti se vuole che gli attacchi finiscano“, ha chiarito.