La confederazione internazionale delle banche popolari
Le banche popolari da 75 anni al fianco dei cittadini
L’anniversario che si celebra a Marsiglia è l’occasione per ricordare la vitale importanza del credito popolare, specie in frangenti incerti come quelli odierni
Economia - di Giuseppe De Lucia Lumeno

Si terrà a Marsiglia dal 4 al 6 giugno l’Assemblea della Confederazione Internazionale delle Banche Popolari per festeggiare il 75° della nascita. Questo anniversario riveste un significato particolare anche per l’Italia. Oltre, infatti, al contributo teorico e pratico dell’economista e statista italiano Luigi Luzzatti alla nascita di tante Banche Popolari in Europa e non solo, il movimento internazionale del Credito Popolare ha potuto contare sul contributo delle Popolari italiane che hanno svolto un ruolo essenziale per la nascita e lo sviluppo dell’organizzazione che ha sede a Bruxelles.
Il 24 giugno del 1950, a firmare il Trattato di Saint-Malo con il quale nasceva la Confederazione Internazionale del Credito Popolare (che poi diventerà Cibp – Confederazione Internazionale Banche Popolari) c’era, infatti, quale socio fondatore, anche l’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari, c’eravamo anche noi. Pochi mesi dopo è Roma, nell’ottobre del 1950, a ospitare il Congresso descritto dal numero di Ottobre-Novembre 1950 della Rivista bancaria «incessante opera intesa a ritessere fra i popoli i legami di pensiero, d’interessi, di reciproca comprensione, un’opera che domanda costanza e grande pazienza e che […] va componendosi dal 1946 sotto la spinta delle necessità politiche ed economiche, ma anche del generoso impulso di uomini eminenti». Era il 1950 e il Trattato di Roma istitutivo della Comunità Economica Europea, l’embrione dell’attuale Unione Europa, sarebbe arrivato soltanto sette anni dopo.
Settantacinque anni sono trascorsi da allora. Anni nei quali il movimento internazionale del Credito Popolare è cresciuto fino a diventare protagonista della Cooperazione mondiale con oltre 250mila istituti, 600 milioni di soci e un miliardo di clienti, 14.700 miliardi di euro di raccolta e 9.800 miliardi di euro di impieghi, pari rispettivamente al 15% e al 10% del PIL mondiale. Numeri importanti che danno conto dell’entità della Cooperazione bancaria mondiale, una realtà in continua evoluzione che sta vivendo dinamiche di crescita particolarmente rapide. Settantacinque anni nei quali, da un lato si è imposta nel mondo una globalizzazione, oggi in crisi, che ha accresciuto le diseguaglianze costruendo una società sempre più frammentata, dall’altro, forse proprio come risposta alle storture della globalizzazione, il nostro movimento, non soltanto ha mostrato tutta la sua capacità di resistenza e resilienza ma si è diffuso e rafforzato andando incontro alla necessità della nostra società di tornare a essere comunità, anche per ciò che riguarda il mondo bancario.
Ovunque nel mondo, vengono riscoperti e riprendono vigore i valori della cooperazione in generale e di quella bancaria in particolare testimoniati dalle tante iniziative contrassegnate da un grande dinamismo e da molteplici forme e declinazioni. Offrire, dunque, alle banche cooperative una rete per migliorare la loro collaborazione, mettendo in comune informazioni, esperienze e formazione, per condividere il proprio peso specifico nelle rispettive istituzioni ad ogni livello, statali e sovranazionali, e contribuire alla ricerca del benessere economico e sociale, in particolare al miglioramento delle condizioni di vita di lavoratori, imprenditori e famiglie: è questo il compito di cui c’è bisogno e che ci attende per il prossimo futuro.
Un’occasione straordinaria arriva inoltre dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite che ha dichiarato proprio il 2025 Anno internazionale della cooperazione. L’impatto globale del modello cooperativo sull’economia e in particolare sull’economia reale, alla luce della grande incertezza geopolitica, può infatti rappresentare un contributo prezioso per affrontare le sfide aperte, nell’ottica dell’attuazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sdg) entro il 2030 come ha sottolineato anche il Segretario Generale delle Onu, António Guterres, evidenziando l’importanza del mondo cooperativo nel contesto del prossimo Secondo Vertice Mondiale per lo Sviluppo Sociale (WSSD2), previsto per novembre 2025 in Qatar. La scelta dell’Onu di puntare i riflettori su questa realtà della vita sociale ed economica nasce da una riconosciuta e diffusa esigenza della nostra società, sempre più globalizzata, mercificata e de-soggettivizzata che però, proprio per questo, torna ad aver bisogno di comunità e trova nella cooperazione internazionale una strada per riscoprire i valori della solidarietà e della fratellanza. Una suggestione, dunque, ma anche una sfida.
«La cooperazione creditizia costituisce una lega internazionale invisibile, votata al bene pubblico. Noi, così diversi per origine, tendenze, clima, abbiamo questo terreno comune di reciprocità nel risparmio che ci unisce. Sollevare i lavoratori attraverso il credito, che è una forza morale prima di diventare una forza economica, convincerli che il loro avvenire economico risiede in questa forza morale, questa è la nostra missione, il che basta a giustificare la nostra solidarietà». Con queste parole, nel 1889 Luzzatti saluta il primo Congresso delle Banche Popolari francesi. Parole che conservano un’attualità impressionante. Siamo in un altro secolo, in un altro millennio, potremmo dire, anche in un altro mondo, ma la Cooperazione bancaria continua a conservare intatta la ragione della sua esistenza grazie ai valori che ne costituiscono le fondamenta e l’ossatura: cooperazione e sussidiarietà, valori insiti nella natura della persona umana e che i fondatori consideravano indispensabili per costruire un Europa di pace e solidarietà.
*Segretario Generale Associazione Nazionale fra le Banche Popolari