Il cooperante recluso
Alberto Trentini, telefonata a casa dopo 181 giorni in carcere in Venezuela: “Sto bene, spero di tornare”

È vivo, prende le sue medicine e spera di tornare presto a casa. Dopo 181 giorni Alberto Trentini, rinchiuso in una prigione in Venezuela, ha potuto finalmente parlare con i suoi genitori.
Una prima telefonata avvenuta la scorsa notte, come rivelato da Repubblica che cita fonti di Palazzo Chigi: un colloquio frutto proprio del lungo lavoro diplomatico del governo, della famiglia Trentini e dell’avvocato Alessandra Ballerini nel tentativo di ottenere concessioni dal governo autoritario venezuelano di Nicolas Maduro.
- Caso Alberto Trentini, la madre del cooperante italiano arrestato in Venezuela: “È una pedina di scambio”
- Alberto Trentini, prime notizie del cooperante italiano arrestato in Venezuela: “È in buone condizioni”
- Liberato in Venezuela l’imprenditore Alfredo Schiavo: ancora in carcere il cooperante Alberto Trentini
Rapporti con Caracas che sono più distesi: indicativo in tal senso la liberazione la scorsa settimana di Alfredo Schiavo, l’imprenditore italo-venezuelano anche lui arrestato in Venezuela e tornato in Italia dopo cinque anni di carcere.
Trentini, cooperante italiano per la Ong Humanity & Inclusion, era stato arrestato il 15 novembre dello scorso anon mentre viaggiava da Caracas a Guasdalito. Era stato fermato a un posto di blocco e tratto in arresto: la famiglia per settimane non aveva più avuto sue notizie.
Recluso senza alcuna accusa, solamente a febbraio il regime aveva ufficializzato l’accusa di “terrorismo” nei confronti di Trentini. Laureato in storia moderna e contemporanea all’Università Ca’Foscari di Venezia, Trentini ha una lunga esperienza nel campo della cooperazione. Ha lavorato in Colombia, Ecuador, Perù, Libano, Etiopia, Grecia, Nepal, Paraguay e Bosnia Erzegovina.