Le manovra in Medio Oriente
Hamas libera Edan Alexander, ultimo ostaggio Usa a Gaza: “omaggio” a Trump dopo la trattiva che ha escluso Netanyahu

Edan Alexander sarà presto libero, potrà riabbracciare i suoi familiari già oggi. Con un annuncio a sorpresa domenica sera Hamas ha infatti annunciato la liberazione del soldato 21enne rapito il 7 ottobre 2023, durante il brutale attacco del gruppo radicale palestinese in territorio israeliano.
Una liberazione che ha un significato politico notevole. Alexander ha doppia cittadinanza, israeliana e statunitense: nato i Israele e cresciuto nel New Jersey, era tornato nel Paese nel 2022 dopo aver finito le scuole superiori negli Usa per arruolarsi nell’esercito per via della leva obbligatoria. Il 21enne è considerato l’ultimo ostaggio americano ancora in vita nella Striscia.
Una liberazione confermata dal presidente statunitense Donald Trump, che si è detto “contento” del ritorno presso la sua famiglia del 21enne soldato israelo-statunitense: “Questa è una misura presa in buona fede verso gli Stati Uniti e dovuta agli sforzi dei mediatori a mettere fine a questa brutale guerra. Speriamo che sia il primo dei passi finali per finire il conflitto. Attendo quel giorno per celebrare”, le parole di Trump su Truth.
È soprattutto il metodo con cui si è arrivati alla liberazione di Alexander che pone una questione politica e di relazioni: il governo israeliano di Benjamin Netanyahu non è stato coinvolto nei negoziati, durati settimane, e Hamas non avrebbe chiesto o ottenuto qualcosa in cambio dagli Stati Uniti.
Di fatto si tratterebbe di un “omaggio” del gruppo radicale palestinese a Trump in vista della sua prossima visita in Medio Oriente, un tentativo di Hamas di segnalare a Washington la propria disponibilità a raggiungere un accordo per il cessate il fuoco definitivo con Israele tramite la mediazione americana. I negoziati però sono attualmente in una fase di stallo: da marzo il governo Netanyahu ha ripreso le operazioni militari nella Striscia, ha impedito l’arrivo di cibo e medicine per la popolazione civile palestinese e soprattutto ha approvato formalmente un piano per l’occupazione totale di Gaza.
Hamas da tempo si dice disponibile al rilascio di tutti gli ostaggi, si tratta di 59 persone, di cui sarebbero 21 quelli ancora in vita, ma in cambio vuole che Israele fermi definitivamente la sua operazione militare nell’enclave palestinese. Punto inaccettabile per il governo Netanyahu: ancora oggi l’ufficio del primo ministro ha ribadito che i negoziati per un possibile accordo che garantisca il rilascio di tutti gli ostaggi a Gaza saranno condotti “sotto il fuoco nemico” e che il Paese sta preparando “un’intensificazione dei combattimenti”.