Il segretario di Area Dg

“Dramma carceri, serve l’amnistia”, parla il leader delle toghe di sinistra Giovanni Zaccaro

“Contro la separazione delle carriere sì a un comitato referendario promosso dall’Anm”, dice Zaccaro. “La soluzione agli scandali del Csm non è togliere il diritto di voto col sorteggio ma smantellare il carrierismo”. “Il governo Meloni è forte con i deboli e debole con i forti”

Interviste - di Angela Stella

17 Aprile 2025 alle 12:34

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Photo credits: Alessia Mastropietro/Imagoeconomica
Photo credits: Alessia Mastropietro/Imagoeconomica

Giovanni Zaccaro, Segretario di AreaDg, la notizia dell’incontro tra Anm e Ministro è stato forse l’annuncio fatto ai cronisti dal presidente Parodi lasciando via Arenula: stiamo valutando l’opportunità di dare vita a dei comitati referendari insieme anche ai partiti contro la riforma costituzionale della separazione delle carriere. Non c’è il rischio che veniate accusati di essere troppo politicizzati?
Sono tantissime le associazioni ed i singoli schierati contro la riforma. Io penso che l’Anm debba promuovere un comitato referendario proprio, aperto a singole personalità della società civile. Poi tutti gli altri soggetti collettivi, compresi i vari partiti politici, che intendono contrastare la riforma Nordio ben possono costituire autonomi e diversi comitati. Del resto, sono tantissime le associazioni e i singoli che esprimono dubbi e timori per questa riforma.

Quella sulla riforma dell’ordinamento giudiziario sembra essere la madre di tutte le battaglie: l’impressione è che voi toghe diciate di no perché in fondo volete conservare il potere sulle nomine al Csm. Come risponde su questo?
Soprattutto di questi tempi, fondati sull’astensionismo e sul populismo, togliere il diritto di voto è una decisione grave e pericolosa. Capisco che si voglia dare una risposta agli “scandali” relativi alle nomine. La questione sconta l’equivoco che il Csm si occupi soltanto di nomine ma la sua funzione è ben più ampia e più importante, tutela la nostra autonomia ed indipendenza, interna ed esterna, esprime i pareri sulle leggi che riguardano la giustizia, verifica il funzionamento degli uffici.

Non ha soluzioni da offrire?
Bisogna essere davvero radicali. La Costituzione dice che la carriera in magistratura non esiste ed invece negli ultimi due decenni i magistrati hanno maturato una vera e propria ossessione per gli incarichi direttivi e semidirettivi. Gli scandali dimostrano che i colleghi si raccomandavano con tutti, a prescindere dall’appartenenza ad una corrente. Ed allora, piuttosto che togliere il diritto di voto, si deve togliere il terreno sotto i piedi al carrierismo ed al correntismo. Si devono ridurre i posti semidirettivi di nomina consiliare facendo guidare le sezioni o i gruppi di lavoro a chi ha più esperienza in quell’ufficio. Bisogna ridurre il potere dei dirigenti sostituendoli con una guida collegiale. Bisogna alternare la direzione dell’ufficio con un periodo di esercizio effettivo della giurisdizione. Insomma, se si ridimensionasse l’ambizione per i direttivi, il Csm tornerebbe alle sue funzioni più nobili e le correnti sarebbero solo centri di elaborazione culturale.

A proposito di partiti: il suo collega Eugenio Albamonte va in un circolo Pd di Roma, si siede sotto la foto di Berlinguer e parla di separazione delle carriere. Stefano Ammendola, membro in quota Magistratura Indipendente nel Cdc, dice: “è riprovevole” per un magistrato “andare in un circolo di partito; come disse Rosario Livatino ‘Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili’”. Lei che ne pensa?
Eugenio Albamonte è da tempo vittima di una campagna di aggressione da parte di certi esponenti politici.

Elude la domanda?
L’indipendenza costituisce l’essenza della giurisdizione. E’ indubbio che, fra i magistrati, ci sono modi di intenderla. C’è però un solo un modo di valutarla: nel processo, nella motivazione dei provvedimenti. E’ in questa sede che il magistrato deve dimostrare ai cittadini di non avere pregiudizi e di non tifare per una parte o l’altra. Non concordo con chi vuole un magistrato che non ha una sua idea della società o del diritto o, se l’ha, non la deve manifestare. Ragionando così si vogliono magistrati senza idee, ossia stupidi, oppure che devono nascondere le loro idee, cioè ipocriti. Meglio invece la trasparenza di dire come la si pensa sui temi generali e l’assoluta indipendenza rispetto alle singole parti in causa.

A proposito di comunicazione: l’Anm ha un vero team che lavora sui social, ma adesso anche la sua corrente di Area sbarca su Instagram e comincia a fare campagna. Pensate di riuscire ad attirare l’attenzione di quelli che non fanno già parte della vostra ‘bolla culturale’?
La magistratura deve fare il massimo sforzo per spiegare ai cittadini – su tutti i media disponibili- perché la giustizia non funziona e perché la riforma Nordio non serve a nulla. L’Anm lo sta facendo con uno staff di professionisti. Noi di Area DG ci proviamo con uno stile più scanzonato, grazie all’impegno genuino e gratuito di un gruppo di giovani colleghi che ringrazio moltissimo: sono la prova che la magistratura giovane è molto interessata al dibattito sulla giustizia. Il nostro dovere è renderla protagonista della vita associativa.

Il magistrato prestato alla politica e attuale sottosegretario alla presidente del Consiglio, Alfredo Mantovano, all’inaugurazione dell’anno giudiziario del Cnf ha parlato di “funzione giudiziaria che deraglia dai propri confini”, di magistratura che vuole farsi “establishment”, di “aggiramento della volontà popolare” soprattutto in “materia di immigrazione”. Ha torto su tutto?
Mantovano ha detto cose molto gravi. Confonde il potere legislativo ed esecutivo che devono rispettare la volontà popolare con quello giudiziario, al quale spetta tutelare i diritti fondamentali delle persone, anche se non piacciono alle maggioranze di turno. Lui è legato ad una cultura giuridica superata da decenni. Certamente le norme incriminatrici penali devono essere decise dal Parlamento e devono essere interpretate in modo restrittivo. Però – negli altri settori – esiste la forza espansiva dei diritti fondamentali, tutelati e promossi dalle fonti sovranazionali. Se non si riconoscesse questo ci sarebbero interi settori, penso alle nuove famiglie, alla salute, all’ambiente che negli ultimi decenni sarebbero rimasti senza tutele. Per tacere dei tanti casi, si pensi al fine vita, in cui la politica decide di non decidere e tocca ai giudici dare risposte ai cittadini che chiedono giustizia.

Appena è stato varato il dl sicurezza l’Anm ha fatto un comunicato ipotizzando profili di incostituzionalità e criticando nel metodo e nel merito la norma. Se pure aveste ragione voi toghe nel merito, dal punto di vista metodologico non vi trasformate così in una vera opposizione politica?
In realtà l’Anm ha mosso solo critiche tecniche, in linea con quelle mosse dalla avvocatura e dagli studiosi di diritto. E’ stata fin troppo cauta rispetto alle critiche, molto condivisibili, delle Camere penali.

Emergenza sovraffollamento e suicidi in carcere. Nordio prima dice che la colpa è dei delinquenti e dei magistrati, poi nega. Che idea si è fatto?
Nessuna maggioranza ha mai davvero voluto affrontare la tragedia del sovraffollamento carcerario. Bisogna ripensare il diritto penale evitando di mettere il carcere al centro del sistema delle pene. Ed invece oggi mancano le persone e le risorse per le pene sostitutive, introdotte dalla Cartabia, ed addirittura – guardi al decreto Caivano od al decreto sicurezza- si aumentano le pene per pura propaganda.

L’Anm ha scioperato contro la riforma Nordio sulla separazione. Sareste pronti a scioperare per le condizioni carcerarie?
Non rappresento la Anm e posso rispondere per me: io aderirei anche ad uno sciopero della fame a staffetta, come è stato fatto in passato. Servono provvedimenti clemenziali per tipologie di reati, penso ai tanti detenuti con residui di pena per reati in materia di sostanze stupefacenti.

Profughi ammanettati vengono portati nel Cpr albanese. L’obbligatorietà dell’azione penale non dovrebbe spingere qualche suo collega a indagare su quanto accaduto?
Io mi scandalizzo quando vedo gli imputati portati -nei corridoi dei tribunali- in manette, si figuri cosa ho pensato quando ho visto le immagini che ritraggono persone ammanettate anche se non accusate di reati ma solo di essere in Italia senza permesso.

Dl Paesi sicuri e protocollo Italia Albania: dopo il parere dell’avvocato generale della CGUE, lei credi che la Corte delibererà su quella linea?
Le tesi dell’Avvocato generale mi paiono equilibrate e molto sensate. Del resto, funziona sempre così: il legislatore disciplina i casi generali, il giudice decide sul caso particolare cercando di applicare le norme nazionali e sovrannazionali all’ipotesi concreta che giudica.

In generale che bilancio può fare di questo governo Meloni, Nordio, Piantedosi in tema di giustizia?
Forte con i deboli, debole con i forti.

17 Aprile 2025

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