Prima votazione
Conclave: Parolin prende quota, l’augurio del cardinale Re manda in pole position il segretario di Stato
Come prevedibile, la prima votazione va a vuoto, ma non è sfuggito l’augurio rivolto dal cardinale Re al segretario di Stato, per ora in pole
Cronaca - di Fabrizio Mastrofini

La fumata nera al primo scrutinio è largamente prevedibile. Anche se questa volta cade in un contesto un po’ particolare. Non è sfuggita infatti quella frase indirizzata dal cardinale Re, Decano del Collegio cardinalizio, al cardinale Parolin, durante il momento dello scambio della pace, nella messa di ieri mattina nella Basilica di san Pietro. Il microfono del cardinale Re è rimasto aperto e si è sentito distintamente un “Auguri, e doppi” che il Decano ha rivolto al suo collega. Si è trattato di un avallo di quanto emerso in maniera concorde nelle indiscrezioni di questi giorni, cioè che la candidatura dell’ex-segretario di Stato (perché con la morte del papa tutte le cariche sono vacanti) sia la più in auge e con le maggiori possibilità.
C’era dunque una probabilità che la prima fumata non fosse nera ma bianca, un precedente assoluto nei Conclavi, ed un segnale di forza e di estrema concordia tra i porporati. Ma appunto era una eventualità remota. E occorre attendere la giornata di oggi per capire come potrà evolvere la situazione. La prima votazione serve a far emergere i nomi dei primi due o tre candidati. Poi con la seconda e soprattutto con la terza votazione, si verifica se i candidati salgono nei consensi o restano stabili. In questo caso, già domani sera, o il terzo giorno, cioè venerdì, arriva il momento chiave per avere l’elezione del nuovo papa, probabilmente un nome diverso dai precedenti impossibilitati a raggiungere subito il quorum. Papa che non è, si badi bene, il successore di Francesco, ma è di san Pietro, il primo degli apostoli. In questa comunque complessa liturgia, ieri mattina in Basilica vaticana si è svolta la messa “pro eligendo pontefice”, prima della processione del pomeriggio e la chiusura nella Cappella Sistina.
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Nell’omelia il cardinale Re, Decano del Collegio cardinalizio, ultra novantenne, quindi fuori dal Conclave, ha delineato qualche caratteristica che dovrebbe avere il nuovo papa. Ha chiesto che si metta al lavoro per il bene della Chiesa e dell’umanità. Ed ha precisato cosa significhi l’uno e l’altro aspetto. “Fra i compiti di ogni successore di Pietro vi è quello di far crescere la comunione: comunione di tutti i cristiani con Cristo; comunione dei Vescovi col Papa; comunione dei Vescovi fra di loro. Non una comunione autoreferenziale, ma tutta tesa alla comunione fra le persone, i popoli e le culture, avendo a cuore che la Chiesa sia sempre casa e scuola di comunione”. Guardando all’attualità politica e sociale, il cardinale Re si è espresso con chiarezza: “Preghiamo perché Dio conceda alla Chiesa il Papa che meglio sappia risvegliare le coscienze di tutti e le energie morali e spirituali nella società odierna, caratterizzata da grande progresso tecnologico, ma che tende a dimenticare Dio. Il mondo di oggi attende molto dalla Chiesa per la salvaguardia di quei valori fondamentali, umani e spirituali, senza i quali la convivenza umana non sarà migliore né portatrice di bene per le generazioni future”.
Si vedrà a partire da oggi, se la fumata sarà bianca, in che modo i cardinali realizzeranno questi auspici. In ogni caso secondo il cronoprogramma del Conclave si vota due volte al mattino e due volte al pomeriggio. Un ritmo intenso, per arrivare alla scelta nel più breve tempo possibile. Nel frattempo, tra i tanti film e romanzi che hanno per scenario la Chiesa e un futuro papa, il sito cattolico settimananews dei Dehoniani di Bologna, ha ripreso in mano il libro del noto scrittore e saggista Sergio Quinzio che giusto 30 anni fa nel 1995 pubblicava Mysterium Iniquitatis, con le due encicliche di papa Pietro II. Metteva a tema, nella prima – Resurrectio Mortuorum – la verità della resurrezione della carne in cui pochi credono davvero. E, nella seconda, che da il titolo al libro, quello che sarebbe il fallimento storico della fraternità cristiana davanti al dilagare delle guerre, dei conflitti, delle minacce alla vita umana. Finzione teologico-letteraria di alto livello, per sottolineare che la fede cristiana è proiettata nel futuro e non nel ritorno nostalgico al passato.