I numeri Istat
L’Istat smentisce la narrazione di Meloni, la pressione fiscale sale e il Pil cresce meno di quanto previsto dal governo

Aveva promesso di non voler aumentare le tasse, di non “mettere le mani” nelle tasche degli italiani, ma alla fine dei conti è successo l’esatto contrario. È l’Istat a smontare la propaganda della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del suo governo.
Nel diffondere gli ultimi dati su Pil e indebitamento del “Belpaese” l’Istituto nazionale di statistica certifica nel 2024 la pressione fiscale è cresciuta di oltre un punto percentuale rispetto al 2023, quando era pari al 41,4%: lo scorso anno è cresciuta fino a toccare il 42,6 per cento.
Ma per Meloni e soci non va meglio sul fronte della crescita, che si è sostanzialmente atrofizzata. Il Pil nel 2024 è cresciuto dello 0,7 per cento, un dato nettamente inferiore al punto percentuale indicato dal governo ed in particolare dal ministro dell’Economia, il leghista Giancarlo Giorgetti, nel Piano strutturale di bilancio.
Il debito rallenta
Numeri certamente più positivi arrivano dall’indebitamento. Lo scorso anno il rapporto deficit-Pil è stato pari al -3,4%, a fronte del -7,2% nel 2023: si tratta di un dato anche migliore delle previsioni dell’esecutivo contenute del Piano strutturale di bilancio, che indicavano un valore del -3,8%.
Cresce, ma meno rispetto a quanto indicato dall’esecutivo, anche il debito pubblico italiano: nel 2024 ha toccato l’ormai astronomica percentuale del 135,3% del Pil, crescendo di poco meno di un punto rispetto al 134,6% del 2023. Il dato del debito è inferiore a quello indicato dal governo nelle stime del Psb, pari a 135,8%.
La reazioni
Numeri che soddisfano Giancarlo Giorgetti, col ministro dell’Economia che sottolinea come i dati dell’Istati “confermano, come da sempre sostenuto con convinzione, che la finanza pubblica è in una condizione migliore del previsto”.
“L’avanzo primario certificato oggi dall’Istat – prosegue Giorgetti – è una soddisfazione morale. La crescita corrisponde a quella che avevamo aggiornato a dicembre. Naturalmente tutto questo è confortante ed è ragione di soddisfazione. Ma non possiamo fermarci”, le parole del ministro, per il quale “ora la sfida è la crescita in un contesto assai problematico non solo italiano ma che coinvolge tutta Europa”.
Di altro avviso le opposizioni. Per il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra e co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli i dati pubblicati oggi dall’Istat “smentiscono clamorosamente la narrazione ottimistica della presidente del Consiglio. La realtà è che l’economia italiana cresce meno del previsto, mentre la pressione fiscale aumenta e il debito continua a salire. Altro che “l’Italia è diventata un modello”, come sostiene Giorgia Meloni: i numeri parlano chiaro e certificano il fallimento delle politiche economiche del governo”.
Stessa linea anche per Antonio Misiani, responsabile Economia nella segreteria Pd, che evidenzia come il quadro che emerge dai dati Istat “è negativo e preoccupante” e che dopo due anni di governo Meloni “l’amara verità è che l’economia è ferma, le tasse sono a livelli record e il debito pubblico è nuovamente in aumento”. Per il senatore Dem “la crescita è quasi a zero per gli investimenti fissi lordi, così come per la spesa delle famiglie e delle amministrazioni pubbliche. Di fatto, solo l’impatto positivo del Pnrr ha salvato l’Italia dalla recessione. Certo, il deficit pubblico si è ridimensionato al di là delle previsioni e l’Italia è ritornata in avanzo primario, ma al prezzo di politiche di dura austerità per i servizi pubblici essenziali, a partire dalla sanità – spiega il responsabile economico Pd – e di una pressione fiscale salita nel 2024 a livelli record: 42,6 %”.