La grande rimonta

Elezioni in Canada, i Liberali di Carney vincono contro le ingerenze di Trump sul voto: “Non dimenticheremo tradimento Usa”

Esteri - di Carmine Di Niro

29 Aprile 2025 alle 10:18

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Elezioni in Canada, i Liberali di Carney vincono contro le ingerenze di Trump sul voto: “Non dimenticheremo tradimento Usa”

La vittoria del Partito Liberale e del suo primo ministro uscente Mark Carney, che sarà quindi confermato nel suo ruolo, ma soprattutto la clamorosa sconfitta di Donald Trump e dei suoi ripetuti tentativi di intromissione nel voto di un Paese straniero.

È questo l’esito delle elezioni in Canada, dove dopo una clamorosa quanto inaspettata rimonta il Partito Liberale, che guida il Paese dal 2015, si è riconfermato primo partito. Un risultato che però non basterà per ottenere la maggioranza assoluta dei seggi alla Camera dei Comuni, ovvero 172 dei 343 complessivi: secondo le proiezioni di CTV i Liberali si sarebbero fermati intorno a quota 167, dovendo così ottenere il sostegno dei partiti minori per formare una maggioranza.

Un risultato in ogni caso clamoroso per Liberali, che solamente ad inizio anno era dietro ai Conservatori di almeno 20 punti secondo tutti i sondaggi. Decisivo per la rimonta di Carney, debuttante in politica e diventato primo ministro del Paese dopo le dimissioni dell’ex premier Justin Trudeau, costretto al passo indietro dopo esser crollato negli indici di fiducia ed aver perso il sostegno anche all’interno di buona parte del partito, è stato Donald Trump.

Il presidente degli Stati Uniti, già prima di insediarsi alla Casa Bianca, aveva avviato una violenta campagna contro il “vicino di casa”: in più occasioni il tycoon aveva minacciato di annettere il Canada e farne “il 51esimo Stato” dell’Unione, ha definito varie volte Trudeau “governatore” e infine ha imposto al Paese dazi così elevati che hanno fermato molte catene industriali, in particolare quella dell’automobile.

Carney, 60enne economista di fama mondiale con un passato nella grande banca d’affari statunitense Goldman Sachs e già governatore della banca centrale canadese e di quella d’Inghilterra, ha avuto gioco facile a proporsi come candidato migliore nell’affrontare il futuro prossimo, che sarà chiaramente contraddistinto da duri negoziati con Washington.

Ma il “fattore Trump” è stato decisivo, in senso negativo, anche per i Conservatori. Pierre Poilievre, 45enne leader del Partito, dal 2004 deputato, aveva impostato la campagna elettorale con toni populisti che ricordavano quelli del presidente Usa: basti considerare che lo slogan di Poilievre era “Canada first”, ovvero “Prima il Canada”, praticamente una copia dell’America first di Trump.

Parlando ai suoi sostenitori a Ottawa dopo la vittoria, Carney ha affermato che il suo Paese non dovrà mai dimenticare il “tradimento” americano. “Il nostro vecchio rapporto con gli Stati Uniti è finito“, ha detto il primo ministro riconfermato dal voto, perché “il presidente Trump sta cercando di spezzarci per possederci”, ha dichiarato, invitando il Paese a unirsi nei “difficili mesi a venire che richiederanno sacrifici”.

29 Aprile 2025

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