51esimo Stato
Trump vuole annettere il Canada negli Stati Uniti: “Che grande Nazione saremmo”
I post sui social dopo le dimissioni di Trudeau: "Molti canadesi lo amerebbero, non ci sarebbero tariffe e le tasse diminuirebbero". In passato aveva parlato della Groenlandia
Esteri - di Redazione Web
Come un’ombra sulla crisi politica: la sagoma di Donald Trump si allunga sul Canada dopo le dimissioni di Justin Trudeau. Il primo ministro ha annunciato ieri le sue dimissioni da leader del partito Liberale e da primo ministro al culmine di una crisi politica che dura da diversi mesi. Una notizia accolta dal Presidente eletto degli Stati Uniti che ha lanciato lì quella che può sembrare una suggestione: il Canada 51esimo Stato degli USA. Non è la prima volta che succede, non soltanto con il Canada.
Mancano meno di due settimane al secondo insediamento alla Casa Bianca del tycoon, ri-eletto per distacco lo scorso novembre dopo la sfida con Kamala Harris. Donald Trump si sta muovendo ormai da tempo, sta preparando il terreno. Appena dopo l’annuncio di Trudeau sono arrivati i suoi post sul social Truth. “Molte persone in Canada amerebbero essere il 51esimo Stato” degli Stati Uniti. “Gli USA non possono più subire il massiccio deficit commerciale e i sussidi di cui il Canada ha bisogno per restare a galla, Trudeau lo sapeva e si è dimesso”.
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Trump ha anche aggiunto che “se il Canada si fondesse con gli Stati Uniti, non ci sarebbero tariffe, le tasse diminuirebbero notevolmente e sarebbero totalmente sicuri dalla minaccia delle navi russe e cinesi che li circondano costantemente. Insieme, che grande Nazione saremmo!”. Il Presidente eletto degli USA si è già detto entusiasta, non vede l’ora di lavorare con Pierre Poilievre, leader del Partito Conservatore, secondo i sondaggi in netto vantaggio, al 43%, rispetto al 22% dei Liberali.
Non è la prima volta che Trump avanza pretese simili: già aveva parlato in passato della Groenlandia, l’isola considerata fondamentale per la sicurezza degli Stati Uniti, ricca di giacimenti di oro, argento, rame, uranio e di potenziali riserve petrolifere nella piattaforma offshore. “Per l’obiettivo della libertà e della sicurezza nazionale nel mondo, gli Stati Uniti ritengono che la proprietà ed il controllo della Groenlandia sono un’assoluta necessità”. Non esattamente dello stesso avviso i pareri dall’isola dell’Artico, che si è dichiarata “non in vendita” com’era già successo nel 2019, quando Trump era in carica e aveva espresso le stesse ambizioni. È prevista comunque una visita di Donald Trump jr.