La strage senza fine

Gaza campo di sterminio: Israele uccide altri 15 bambini, 600 in un mese

Dalla fine della tregua, denuncia l’Unicef, la strage degli innocenti è ripresa a tamburo battente. E chi documenta l’orrore viene annientato: è il caso della fotoreporter Fatima Hassouna, uccisa con la famiglia

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

20 Aprile 2025 alle 09:38

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AP Photo/Abdel Kareem Hana – Associated Press/LaPresse
AP Photo/Abdel Kareem Hana – Associated Press/LaPresse

Tratto dal profilo X di Catherine Russell, Direttrice generale dell’Unicef: “Dall’interruzione del cessate il fuoco, il 18 marzo scorso, secondo le notizie circa 600 bambini di Gaza sono stati uccisi e oltre 1.600 feriti. Tutte le parti in conflitto devono rispettare il diritto umanitario internazionale. Proteggere i civili. Facilitare gli aiuti. Rilasciare gli ostaggi. Ripristinare il cessate il fuoco. Le ultime 24 ore a Gaza sono state letali per i bambini. Secondo le notizie i bombardamenti sulle tende a Gaza hanno ucciso 15 bambini, tra cui uno disabile che è morto bruciato. Le immagini di bambini che bruciano mentre si rifugiano in tende di fortuna dovrebbero scuotere tutti noi nel profondo”.

L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, Unrwa, segnala «il rapido deterioramento dello stato nutrizionale dei bambini a Gaza». Nel solo mese di marzo, 3.696 bambini sono stati ricoverati per malnutrizione acuta su 91.769 bambini esaminati. «Si tratta di un forte aumento rispetto a febbraio, quando sono stati ammessi 2.027 bambini su un totale di 83.823 esaminati» dice l’agenzia Onu, che segnala anche come circa un milione di persone, tra cui 400.000 bambini, sono passate dall’avere accesso a 16 litri di acqua potabile a persona al giorno a soli sei litri. “Portare i media internazionali a Gaza” per far conoscere al mondo la vera realtà in cui versa la popolazione nella Striscia. È l’appello del commissario generale dell’Unrwa, Philippe Lazzarini. «Il libero flusso di informazioni è essenziale per stabilire i fatti e garantire la responsabilità nei conflitti» ha aggiunto, sottolineando che negli oltre 18 mesi trascorsi dall’inizio del conflitto a Gaza, innescato dall’attacco di Hamas a Israele il 7 ottobre 2023, «l’affidabilità delle notizie è stata soppiantata dalla propaganda e dai messaggi disumanizzanti sulla guerra».

Una terra, soprattutto Gaza, trasformata in un “campo di sterminio”, per usare le parole del Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. Eliminare testimoni scomodi: mercoledì scorso un attacco israeliano nel quartiere di Al Touffah di Gaza City ha colpito la casa della fotogiornalista palestinese Fatima Hassouna, uccidendo lei e dieci membri della sua famiglia. Laureata in multimedia all’University college of applied sciences di Gaza, Fatima, 25 anni, non era solo una fotogiornalista, ma una testimone visiva di una realtà infernale. Dal 7 ottobre 2023 documentava la vita quotidiana degli abitanti dell’enclave palestinese. Ha ripreso tutto: gli sfollamenti forzati, le devastazioni causate dagli attacchi, la morte dei suoi connazionali sotto le bombe, il loro ritorno a ciò che rimaneva delle loro case dopo il cessate il fuoco, ma anche i sorrisi dei bambini tra le rovine.

Alcune ore prima di essere uccisa, Fatima aveva postato una foto del tramonto dal suo balcone, scrivendo: “Questo è il primo tramonto da molto tempo”. In un post precedente aveva scritto: “Per quanto riguarda la morte inevitabile, se morirò, voglio una morte rumorosa, non mi voglio in una notizia dell’ultima ora, o in un numero con un gruppo, voglio una morte che sia sentita dal mondo, una traccia che duri per sempre, e immagini immortali che né il tempo né lo spazio possano seppellire”. Il giorno prima della sua morte, l’Associazione dei film indipendenti per la distribuzione (Acid) aveva annunciato che il documentario Put Your Soul on Your Palm and Walk, della regista iraniana in esilio Sepideh Farsi, era stato selezionato per il prossimo Festival di Cannes. Fatima è il personaggio centrale del film e la sua proiezione a Cannes avrebbe potuto essere una pietra miliare nella sua carriera e un’opportunità per condividere la sua visione con il mondo.

La morte di Hasouna “porta a 212 il numero di giornalisti uccisi a Gaza dal 7 ottobre, una cifra senza precedenti nella storia moderna dei conflitti”, rimarca il Centro per la Protezione dei Giornalisti Palestinesi (Pjpc). “I giornalisti sono civili. Attaccarli è un crimine di guerra”, ha sottolineato il Pjpc che ha chiesto un’indagine indipendente e “protezione immediata” per i reporter.

20 Aprile 2025

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