Il premio internazionale

Mahmoud senza braccia per le bombe di Netanyahu: quella del bambino di Gaza è la foto dell’anno per il World Press Photo

Lo scatto del bambino di 9 anni, dopo che in un attacco gli era stato mutilato un braccio e reciso l'altro. "Parla dei costi della guerra, dei silenzi che perpetuano la violenza e del ruolo del giornalismo nel denunciare queste realtà". Mahmoud sogna delle protesi

Esteri - di Antonio Lamorte

17 Aprile 2025 alle 12:22

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Foto prima pagina The New York Times
Foto prima pagina The New York Times

Scriveva il direttore di questo giornale, Piero Sansonetti, quando il New York Times pubblicava in prima pagina la fotografia di Mahmoud, bambino di Gaza City, dalle braccia amputate a causa delle bombe sganciate da Israele. “Sono loro i nemici di Israele? I diritti del popolo israeliano si difendono facendo strage di bambini? Condannando Mahmoud a vivere senza le sue braccia? Guardatelo negli occhi, questo ragazzino di nove anni che andava ancora alle elementari. Ditemi se trovate una ragione, una ragione sola per giustificare il massacro che sta compiendo il governo Israeliano. Che importanza ha se è o no genocidio? Conta niente: conta Mahamoud, conta la certezza che l’aggressione di Israele a Gaza è infame e nessuna persona ragionevole la può giustificare”. Quella foto, scattata da Samar Abu Elouf, ha vinto il World Press Photo of the Year.

Il premio di fotogiornalismo e giornalismo documentario più noto e prestigioso al mondo quest’anno ha ricevuto 59mila candidature, inviate da 3.778 fotografi provenienti da 141 Paesi. “Le opere premiate documentano alcune delle questioni più urgenti che il mondo si trova ad affrontare oggi, dalla politica, al genere, alle migrazioni, ai conflitti e alla crisi climatica”. 42 i vincitori. Le altre due foto finaliste erano Night Crossing di John Moore e Droughts in the Amazon di Musuk Nolte.

 

La prima, del fotografo americano che collabora con Getty Images, è stata scattata a Campo, in California, nel marzo 2024 e ritrae un gruppo di migranti cinesi che provano a scaldarsi mentre piove, dopo aver attraversato il confine tra USA e Messico. Quella di Nolte, messicano, ha invece messo al centro gli effetti del cambiamento climatico nell’area amazzonica. È stata scattata in Brasile, dove la siccità ha prosciugato il letto del fiume Solimões.

La foto vincitrice invece è stata scattata a Doha, in Qatar, a fine giugno 2024. Era marzo 2024 quando la casa di Mahmoud era stata colpita dall’attacco di Israele. “Mentre la sua famiglia fuggiva da un attacco israeliano – si legge sul sito di WPP – Mahmoud si voltò per incitare gli altri ad andare avanti. Un’esplosione gli ha reciso un braccio e mutilato l’altro. La famiglia è stata evacuata in Qatar dove, dopo le cure mediche, Mahmoud sta imparando a usare i piedi per giocare con il telefono, scrivere e aprire le porte. Oltre a questo, ha bisogno di assistenza speciale per la maggior parte delle attività quotidiane, come mangiare e vestirsi. Il sogno di Mahmoud è semplice: vuole ottenere delle protesi e vivere la sua vita come qualsiasi altro bambino”.

 

La fotografia è stata scattata dalla Samar Abu Elouf e pubblicata a fine novembre sul NYT. “I bambini sono colpiti in modo sproporzionato dalla guerra. L’Agenzia delle Nazioni Unite per il Lavoro e il Soccorso (@UNWRA) stima che entro dicembre 2024, Gaza avesse più bambini amputati pro capite di qualsiasi altra parte del mondo. Fin dall’inizio della guerra, il Qatar, che ha dato priorità e sviluppato il suo sistema sanitario, ha mediato accordi per evacuare i feriti gravi per le cure. Entro marzo 2025, oltre 7.000 pazienti erano stati evacuati da Gaza per cure mediche, ma almeno altri 11.000 rimanevano lì in attesa di evacuazione, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (@WHO) Gli sfollati sono stati condotti in paesi come Egitto, Giordania, Qatar e Turchia”.

Hamas ha fatto sapere che sono in corso le consultazioni sulla proposta di tregua di Israele. E che sono quasi concluse, la risposta arriverà a breve. Dopo una tregua di quasi due mesi, Israele aveva ricominciato ad attaccare lo scorso 18 marzo colpendo diverse località nella Striscia tra Gaza City, Khan Younis e Rafah. “La giuria internazionale ha commentato che questa fotografia di un giovane ragazzo di Gaza, Mahmoud, parla dei costi a lungo termine della guerra, dei silenzi che perpetuano la violenza e del ruolo del giornalismo nel denunciare queste realtà. Senza rifuggire dagli impatti fisici della guerra, la foto affronta il conflitto e l’apolidia da una prospettiva umana, gettando luce sui traumi fisici e psicologici che i civili sono stati costretti a subire e continueranno a subire a causa di uccisioni e guerre su scala industriale”.

17 Aprile 2025

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