Il caso dell'imprenditore

Volete uccidere Danilo Coppola?

Posso capire che nessuno paghi per gli errori dei magistrati che hanno perseguitato in passato Danilo Coppola. Ma adesso volete liberarlo e salvargli la vita? Avete un briciolo di coscienza ancora attivo?

Cronaca - di Piero Sansonetti

17 Aprile 2025 alle 17:30

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Photocredits: Imagoeconomica
Photocredits: Imagoeconomica

Scusate se la dico in modo così crudo, ma io ho la sensazione che si sia deciso di far morire Danilo Coppola e di chiudere un caso che solleva domande terribili su un gran numero di errori giudiziari che ha subito. Giorni fa la Corte di Cassazione ha respinto la domanda di Coppola di uscire dal carcere e scontare quel che gli resta da scontare con pene alternative. Coppola ha 57 anni e pesa 50 chili. È alto un metro e 75 centimetri, è chiaro che è in condizioni di salute pessime. Il perito della magistratura l’ha detto: le sue condizioni sono incompatibili col carcere. L’ipotesi che possa morire non è campata in aria.

Danilo Coppola è stato condannato non per avere ucciso qualcuno, o averlo ferito, o per stupro, o per violenza e neppure per avere scassinato i forzieri della Banca d’Italia. È stato condannato a sette anni di prigione per un fallimento. Ma questo fallimento è avvenuto quando lui stava in prigione. Perché stava in prigione? Perché era accusato di vari altri fallimenti e reati finanziari, però era accusato ingiustamente. E infatti era stato assolto da tutte le accuse dopo avere scontato in cella due anni e avere subito una decina di anni di gogna mediatica (ricordate i “furbetti del quartierino”) . E mentre era in cella la sua società (“Porta Vittoria”) è fallita quasi certamente perché lui non aveva potuto amministrare. Di chi è la colpa di quel fallimento? Non lo so, non me ne intendo, mi pare molto improbabile che la colpa fosse di Coppola. Perciò non capisco perché è stato condannato per quel fallimento e perdipiù a una pena così sproporzionata e crudele.

Lo hanno condannato a sette anni, condanna leggermente superiore a quelle che in genere vengono rifilate a chi stupra. Vabbé: il codice penale è così e spesso i magistrati tendono ad accanirsi più contro i reati finanziari che contro i reati violenti. A Coppola ora sono rimasti da scontare 2 anni e 4 mesi. Esistono tutte le condizioni per concedergli pene diverse dal carcere. Non lo si fa perché? Per burocrazia, per trascuratezza, per ignavia, o per chiudere un caso giudiziario che ha annientato la vita ad un imprenditore che una decina d’anni fa era tra i più ricchi d’Italia? E seppellire tutto insieme a Coppola. Non lo so. So che molti mi obiettano: ma perché tu, che dirigi l’Unità, e che dovresti occuparti di migranti, di operai, di poveri, di sfruttati, invece ti danni l’anima per la prigionia di un imprenditore bancarottiero?

Per una ragione molto semplice. Per me non c’è nessuna differenza tra un profugo, un borseggiatore (o sospetto borseggiatore) rom e un imprenditore. Quando si finisce sotto il martello di un potere che spesso fa della sopraffazione e dell’accanimento una virtù – come è almeno una parte del potere della magistratura – non ci sono più poveri e ricchi, non ci sono probabilmente nemmeno colpevoli e innocenti, ci sono solo vittime del potere. I detenuti sono tutti uguali. Coppola, Alemanno, i dieci migranti arrestati ieri in Albania, gli altri quaranta coi polsi legati con le fascette di plastica, i ragazzi sbattuti in cella per il piccolo spaccio, le mamme rom, l’anarchico Cospito al 41 bis. Non c’è nessuna differenza.

Ora io posso persino capire che nessuno paghi per gli errori dei magistrati che hanno perseguitato in passato Danilo Coppola. E dei quali non voglio neppure fare i nomi. Ma adesso volete liberarlo e salvargli la vita? Avete un briciolo di coscienza ancora attivo? Coppola ha due figli giovani. Una ragazza di 21 anni, Silvia, e un ragazzo di 17, Paolo, con il quale ho parlato varie volte. Un abbraccio speciale a questi due ragazzi vittime dell’arroganza e della furia dello Stato. In particolare un grande incoraggiamento a Paolo, che si sta battendo come un leone per suo padre, con il coraggio e l’incoscienza di un ragazzino dai principi saldi.

17 Aprile 2025

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