La strage nel Mediterraneo
Oltre 3.500 bambini morti nel Mediterraneo, il rapporto choc dell’Unicef
Tutti i governi da dieci anni a questa parte si sono posti il problema della sicurezza, nessuno si è posto il problema di come migliorare i soccorsi, in modo da ridurre le proporzioni della strage. Diversi governi, viceversa, si sono posti il problema di come peggiorare i soccorsi.
Cronaca - di Piero Sansonetti

L’Unicef ha fornito le cifre delle morti dei bambini nel Mediterraneo. Negli ultimi 10 anni i bambini lasciati affogare per mancanza di soccorso sono stati 3500. Cioè: 3500 sono le morti accertate. Probabilmente il numero vero dei morti è molto superiore perché la maggior parte dei naufragi – dice l’Unicef – avviene senza testimoni. Nel senso che non ci sono sopravvissuti e dunque nessuno può raccontarli. I morti adulti accertati sono un po’ più di 20 mila. Però, sia per quel che riguarda gli adulti sia per quel che riguarda i ragazzi, per avere un’idea che si avvicini alla reale entità delle stragi, bisogna almeno raddoppiare le cifre. Questo vuol dire che da dieci anni, in media, ogni giorno muoiono nel Mediterraneo, annegati, due bambini.
L’Unicef ci spiega anche che la grande maggioranza di questi ragazzi viaggia non accompagnata. E questo li rende ancora più fragili. E rende difficile sapere se sono vivi o se sono sbarcati. L’Unicef non è una Ong. Non è un gruppo di estremisti o di volontari cattolici ideologizzati. È un’agenzia dell’Onu. Rappresenta tutti i paesi del mondo, anche l’Italia, e si occupa dei diritti e dei destini dei minorenni. Il documento che ha stilato sulle stragi nel Mediterraneo è un atto di accusa terribile per i governi. In particolare per i governi di Spagna e Grecia e Italia, ma soprattutto del governo (dei governi) italiani. Perché la rotta più frequentata è quella che dalla Tunisia e dalla Libia porta in Italia.
Da dieci anni a questa parte, cioè dal 2015, in Italia si sono alternati vari governi: il governo Renzi, ministro dell’interno Alfano, poi il governo Gentiloni, ministro dell’Interno Minniti, poi il governo Conte 1, ministro dell’Interno Salvini, poi il governo Conte 2, ministra dell’interno Lamorgese, poi governo Draghi, ancora Lamorgese all’interno, e infine governo Meloni, ministro Piantedosi. Possiamo riassumere: due governi di destra, con ministri di destra (Conte 1 e Meloni), un governo di centrosinistra con ministro tecnico (governo Conte 2) un governo di sinistra con ministro di centro (governo Renzi) , un governo di sinistra con ministro di sinistra (governo Gentiloni) e un governo tecnico con ministro tecnico (governo Draghi). Tutti questi governi si sono posti il problema della sicurezza, nessuno si è posto il problema di come migliorare i soccorsi, in modo da ridurre le proporzioni della strage. Diversi governi, viceversa, si sono posti il problema di come peggiorare i soccorsi.
Quale sarebbe il problema di sicurezza? Ci dicono: gli immigrati clandestini delinquono. Vero? Credo di no, credo che delinquano come gli italiani della loro stessa classe sociale (ne parliamo un’altra volta) ma restiamo alle statistiche e ai numeri freddi? Quanti morti hanno provocato i “clandestini” in questi dieci anni? Ci rispondono: più di dieci, forse venti. Quindi, se stiamo alla statistica, il rapporto tra mancati salvataggi e mancata sicurezza è passato da 20 mila (nel migliore dei casi) a 10 o 20. La strage in mare è un fenomeno che solo recentemente ha fatto irruzione nella nostra vita civile e politica. È paragonabile, per responsabilità politiche e dello Stato, alla terrificante strage sul lavoro. Voi sapete che le morti sul lavoro vengono anche chiamati, dalla sinistra, “omicidi bianchi”. Cioè sono posti sullo stesso piano degli omicidi veri e propri. Gli omicidi veri e propri sono circa 300 all’anno. Gli omicidi bianchi 1000, gli omicidi in mare 20 mila o forse 40 mila.
La nostra è una civiltà cristiana che da un valore immenso alla vita, e in particolare alla vita dei bambini. La morte per responsabilità dello Stato di 3500 bambini può essere considerata un fatto di ordinaria amministrazione? E può essere presentata come effetto collaterale della politica di sicurezza? Ed esiste un qualche parvenza di moralità nella affermazione che ridurre i soccorsi in mare, e varare leggi che ostacolano i soccorsi in mare, sono scelte necessarie per aumentare la sicurezza nelle nostre città? Non voglio fare nessuna forzatura polemica, ma le cose sono chiarissime: i nostri governi hanno deciso consapevolmente di sacrificare 3500 bambini per fare la guerra alla piccola criminalità. Dicono i testi antichi che i greci, nel 700 avanti cristo, per addolcire le ostilità degli Dei e vincere le guerre facevano sacrifici di esseri viventi. Le ecatombe. Però ne uccidevano solo 100, e non erano bambini, erano buoi.