La denuncia dell'Unicef

A Gaza una strage quotidiana, cento bambini uccisi al giorno: ecco la barbarie di Netanyahu

Da quando sono ripresi i bombardamenti, Israele ha fatto fuori circa mille piccoli in dieci giorni, Dall’inizio della guerra uccisi 15mila minori

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

2 Aprile 2025 alle 08:00

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AP Photo/Jehad Alshrafi
AP Photo/Jehad Alshrafi

Sono numeri scioccanti. L’annientamento dell’infanzia. Negli ultimi dieci giorni una media giornaliera di oltre 100 bambini uccisi o mutilati. Dopo quasi 18 mesi di guerra, secondo le notizie, più di 15.000 bambini sono stati uccisi, oltre 34.000 feriti e quasi un milione di bambini ripetutamente sfollati e privati del diritto ai servizi di base. A darne conto è un Rapporto dell’Unicef, l’Agenzia delle Nazioni Unite per l’Infanzia.

Il Rapporto Unicef

“La rottura del cessate il fuoco e la ripresa di intensi bombardamenti e operazioni di terra nella Striscia di Gaza hanno provocato, secondo le notizie, la morte di almeno 322 bambini e 609 feriti, con una media giornaliera di oltre 100 bambini uccisi o mutilati negli ultimi dieci giorni. La maggior parte di questi bambini erano sfollati, riparati in tende di fortuna o in case danneggiate. Queste cifre includono i bambini che, secondo le notizie, sono stati uccisi o feriti quando il reparto di chirurgia dell’ospedale Al Nasser, nel sud di Gaza, è stato colpito in un attacco il 23 marzo. La ripresa dei bombardamenti incessanti e indiscriminati, unita al blocco totale dei rifornimenti nella Striscia di Gaza per più di tre settimane, ha messo a dura prova la risposta umanitaria e i civili di Gaza – soprattutto il milione di bambini – in grave pericolo. ‘Il cessate il fuoco a Gaza ha fornito un’ancora di salvezza disperatamente necessaria per i bambini di Gaza e la speranza di un percorso di ripresa’, rimarca la Direttrice generale dell’Unicef Catherine Russell. ‘Ma i bambini sono stati nuovamente gettati in un ciclo di violenza mortale e di privazioni. Tutte le parti devono rispettare i loro obblighi in materia di diritto internazionale umanitario per proteggere i bambini’. Dopo quasi 18 mesi di guerra, secondo le notizie, più di 15.000 bambini sono stati uccisi, oltre 34.000 feriti e quasi un milione di bambini ripetutamente sfollati e privati del diritto ai servizi di base. Con l’impossibilità di far entrare gli aiuti nella Striscia di Gaza dal 2 marzo – che rappresenta il periodo più lungo di blocco degli aiuti dall’inizio della guerra – cibo, acqua sicura, ripari e cure mediche sono diventati sempre più scarsi. Senza queste forniture essenziali, è probabile che la malnutrizione, le malattie e altre condizioni prevenibili aumentino, portando a un incremento delle morti infantili prevenibili. Le organizzazioni umanitarie lavorano instancabilmente per proteggere e sostenere i bambini in queste condizioni terribili, ma continuano a subire attacchi che hanno ucciso e ferito centinaia di operatori umanitari. Questi attacchi violano il diritto internazionale umanitario e mettono a rischio la continuità di operazioni critiche e salvavita per chi ne ha disperatamente bisogno”. Così l’Unicef.

In uno struggente reportage su Haaretz, Nir Hasson e Hanin Majadli, le autrici, hanno raccontato la storia di alcuni di questi bimbi. Storie come quella di Bisan: “Bisan al-Hindi, una bambina sorridente con un nastro rosa tra i capelli, è stata uccisa insieme al fratello Ayman nell’attacco a Khan Yunis. ‘La bella e gentile Bisan era amata da tutti’, ha detto sua madre, tessendo l’elogio funebre. ‘Come era luminoso il suo viso. Mi manca tanto, le sue fossette, i suoi occhi larghi, come quelli di una cerva. I suoi capelli con la fragranza dell’ambra. Amata del mio cuore, ti prego, vieni da me in sogno. Cercherò di dormire solo per sognarti’”.
E ancora: “Ramy Abdu dirige l’organizzazione Euro-Mediterranean Human Rights Monitor. Quella notte ha perso sua sorella Nesreen al-Jamasi, suo marito Mohammed e i loro figli Layan e Omar. Anche il loro figlio maggiore, Ubaida, è stato ucciso insieme alla moglie Malak, alla figlia Siwar e al figlio Mohammed – la sua foto seduta su una poltroncina tra le macerie è diventata virale. La famiglia era riunita in una casa nella zona di Khan Yunis. ‘Solo una settimana fa Siwar doveva andare all’asilo’, racconta Abdu. ‘Israele ha ucciso lei e tutta la famiglia. Perché? E mio nipote Omar, che sognava di diventare un uomo d’affari e di viaggiare in tutto il mondo. Perché?’. Di sua nipote Layan, 14 anni, Abdu ha raccontato che era ‘la stella della casa, ‘Lola’, la chiamavamo. È stata sfollata per più di un anno, vivendo nelle tende. Quando chiedevo dove fosse, mi rispondevano sempre che era andata a lavorare. Raccolse i bambini delle tende vicine e formò una classe. Divenne ‘Miss Layan’, l’amata insegnante tra le rovine”.

“Un’altra fotografia è diventata un simbolo di questo attacco aereo: In essa vediamo una bambina morta che indossa una tutina bianca decorata con archi colorati, adagiata sul corpo di una donna che si trova su una barella arancione, entrambe a piedi nudi. Alon-Lee Green, co-direttore nazionale del movimento sociale ebraico-arabo Standing Together, ha riconosciuto i vestiti della bambina. Facevano parte di una spedizione di vestiti che l’organizzazione ha inviato a Gaza circa due mesi fa. La bambina, Banan al-Salut, non aveva ancora tre mesi al momento della morte; anche i suoi genitori e altri otto membri della famiglia sono stati uccisi nell’attacco a Deir al-Balah. Non è chiaro chi fosse l’obiettivo dell’attacco”. Bisan, “Lola”, Banan… Gaza, così muoiono i bambini. L’Europa ha qualcosa da dire?

2 Aprile 2025

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