La diatriba sul copyright

ChatGPT e Studio Ghibli, scontro sulle immagini “stile Miyazaki” prodotte dall’intelligenza artificiale: “Un insulto alla vita”

Tecnologia - di Redazione

28 Marzo 2025 alle 11:50

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ChatGPT e Studio Ghibli, scontro sulle immagini “stile Miyazaki” prodotte dall’intelligenza artificiale: “Un insulto alla vita”

L’ultimo generatore di immagini diffuso da ChatGPT, il più noto sistema di intelligenza artificiale sviluppato da OpenAI, rilancia il tema e lo scontro sul copyright.

Perché il rilascio dell’ultima versione ha portato alla diffusione capillare di immagini e meme online con immagini realizzate nello stile iconico dello Studio Ghibli, la casa di produzione giapponese fondata nel 1985 dal geniale regista Hayao Miyazaki, autore di autentici capolavori dell’animazione come “Il mio vicino Totoro” o “La città incantanta”, quest’ultimo primo ‘anime’ ad aggiudicarsi un Premio Oscar.

Una vera e proprio invasione del web: online sono finite immagini generate dall’intelligenza artificiale di ChatGPT che ritraggono versioni dello Studio Ghibli di Elon Musk con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, “Il Signore degli Anelli” e persino una ricostruzione degli attentati dell’11 settembre. Lo stesso Sam Altman, Ceo di OpenAI, ha cambiato la sua immagine profilo su X per adattarla allo stile.

Chi da tempo mette in guardia dai pericoli dell’intelligenza artificiale, e sui suoi effetti sulle proprietà intellettuali, ha quindi ripescato un video del 2016 in cui lo stesso regista giapponese Miyazaki si infuria davanti ad una dimostrazione delle capacità dell’AI da parte del suo staff. “Non vorrei mai incorporare questa tecnologia nel mio lavoro. Sento fortemente che questo è un insulto alla vita stessa”, le parole del leggendario regista.

Come anche i precedenti modelli, anche il più recente GPT-40 si è “allenato” studiando una enorme quantità di immagini, anche quelle protette dal diritto d’autore come quelle dello Studio Ghibli. OpenAI, così come i suoi concorrenti, si difendono sostenendo di poterlo fare perché i loro sistemi generano immagini e testi nuovi, senza riproporre fedelmente quelli di partenza e quindi senza violazioni di copyright.

Questione che non trova d’accordo che si sente “derubato” del proprio lavoro. Non è un caso dunque se OpenAI stia affrontando da diverso tempo una serie di azioni legali proprio per violazione del copyright, tra cui una col New York Times ma anche con diversi editori, artisti e musicisti che vedono a rischio il loro lavoro.

Il nuovo strumento, alimentato da GPT-4o, il modello più performante di OpenAI, per ora è limitato agli utenti a pagamento di ChatGPT. Contatta dall’AFP sull’ultima versione della sua AI e sulla possibilità che quest’ultima minacci la proprietà intellettuale dello Studio Ghibli, OpenAI ha risposto che l’azienda sta ancora perfezionando il suo modello. “Il nostro obiettivo è dare agli utenti la massima libertà creativa possibile”, ha dichiarato un portavoce dell’azienda all’AFP. “Continuiamo a impedire le generazioni nello stile dei singoli artisti viventi, ma consentiamo stili di studio più ampi, che le persone hanno utilizzato per generare e condividere alcune creazioni originali dei fan davvero deliziose e ispirate”, ha aggiunto. “Stiamo sempre imparando dall’uso e dal feedback del mondo reale e continueremo a perfezionare le nostre politiche”.

di: Redazione - 28 Marzo 2025

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