Torna il plenum
Marini, Sandulli, Luciani e Cassinelli: chi sono i 4 giudici eletti alla Consulta. Finalmente la fumata bianca
Dei quattro nuovi giudici eletti ieri dal Parlamento due sono figli di ex presidenti della Corte: Marini e Sandulli. Luciani e Cassinelli gli altri due nomi indicati. L’accordo dopo mesi di stallo
Giustizia - di Paolo Comi

Il cognome in Italia, non è una novità, conta. E tanto. Soprattutto poi quando si tratta di nomine ed incarichi. L’elezione ieri da parte del Parlamento in seduta comune dei nuovi giudici costituzionali ha confermato questa tradizione ormai consolidata: su quattro giudici, due sono figli d’arte: Francesco Saverio Marini e Maria Alessandra Sandulli, rispettivamente figli di Annibale Marini e Aldo Mazzini Sandulli, entrambi in passato giudici della Consulta di cui sono stati anche per un periodo al vertice. Dopo discussioni interminabili, il Parlamento è dunque riuscito a trovare un accordo sui quattro nomi mancanti.
I nuovi giudici
Marini, consigliere giuridico di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, classe 1973, è professore di diritto pubblico all’Università di Tor Vergata. Da tutti è considerato l’autore del ddl di riforma costituzionale per il premierato, ora impantanato nelle secche parlamentari. Sandulli, che ha battuto sul filo di lana la cognata Alessandra, attuale Avvocato generale dello Stato, è professoressa di diritto amministrativo all’Università di Roma Tre. Eletta come ‘tecnica’, già nel 2014 era stata proposta dall’allora premier Matteo Renzi come giudice per la Consulta. La sua nomina venne però stroncata in quanto nel 2005 aveva sottoscritto l’appello “Salviamo la Costituzione” contro la riforma della giustizia voluta da Silvio Berlusconi. Gli altri due giudici sono invece Massimo Luciani e Roberto Cassinelli.
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Il primo, accademico dei Lincei e decano dei costituzionalisti, è autore di circa 400 pubblicazioni scientifiche. Il suo nome era stato proposto dal Pd che nel 2018 lo aveva anche indicato per il Csm prima di preferirgli David Ermini. Il secondo, ex parlamentare di Forza Italia che lo ha proposto, è stato per due mandati consigliere dell’Ordine degli avvocati di Genova. Nel 2022 per un momento era stato indicato come uno dei successori di Sergio Mattarella. Con il voto di ieri la Consulta torna quindi nella composizione completa di quindici giudici, scongiurando il rischio di paralisi dovuta a defezioni degli attuali componenti che avrebbero fatto mancare il numero legale.
Fra i motivi di questo ritardo, l’impasse in casa Forza Italia dove una lotta accesissima ha cecchinato in questi mesi uno ad uno tutti i candidati. Nel mix di veti incrociati e ‘fuoco amico’ il primo a saltare era stato il vice ministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto. La sua nomina, dicono, avrebbe determinato un rimpasto di governo e nuove elezioni con la possibilità che il collegio senatoriale in Puglia dove era stato eletto due anni fa potesse andare al dem Michele Emiliano, che non ha mai fatto mistero di volersi candidare e che tutti i sondaggi danno per vincente. Quindi era stato il turno della ministra delle Riforme Elisabetta Casellati. Ma come per Sisto si sarebbe dovuti andare a nuove elezioni in Basilicata e dunque ad un rimpasto di governo. Sembrava fatta allora per Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia in Commissione giustizia a Palazzo Madama, quando, secondo alcuni rumors rimbalzati su tutti i media, la sua nomina sarebbe stata mal vista addirittura da parte del capo dello Stato che non avrebbe voluto parlamentari in carica. Circostanza che aveva costretto ad una formale smentita del Quirinale.
Nel frattempo era però partita una girandola di nomi su personalità che non fossero parlamentari in carica e neppure politici. Nell’ordine ecco i nomi del professore di diritto dell’Università La Sapienza Andrea Di Porto, consulente da anni della Fininvest, di Alessio Lanzi, altro avvocato che ha difeso Berlusconi nel processo sui diritti televisivi ed ex componente del Csm, di Antonio Leone, anch’egli ex componente del Csm e presidente del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, con un passato da parlamentare azzurro, di Gennaro Terracciano, prorettore dell’Università del Foro Italico. Soddisfazione per il risultato raggiunto è stata comunque espressa da parte di tutte le forze politiche.
E a proposito di Cassinelli, chi allora promosse la sua ‘ascesa’ al Colle, non ha mancato di ricordarlo. ‘’Mi sono permesso di mandare a Cassinelli un messaggio scrivendo che, se allora non ce la facemmo a portarlo al Colle, ora almeno siamo riusciti a portarlo alla Consulta…”, ha sottolineato il deputato di Forza Italia Luca Squeri.