Il progetto
Patto Italia-Albania, il governo non molla e prepara un decreto per trasformarli in Cpr gestiti da Tirana

Il fallimento totale del Patto Italia-Albania sui migranti non ferma il governo Meloni, intenzionato ad andare avanti nel suo progetto nonostante i cocenti stop incassati prima dai giudici delle sezioni Immigrazione e poi da quelli della Corte d’Appello ai trattenimenti dei richiedenti asilo nelle strutture costruite a Gjader e Shengjin.
L’obiettivo di Giorgia Meloni e della sua maggioranza, di cui parlano oggi Repubblica e Corriere della Sera, è quello di ripristinare l’operatività dei centri albanesi, prima e a prescindere dell’attesa decisione della Corte di giustizia europea prevista per il prossimo 25 febbraio in cui i giudici forniranno il loro parere sulla compatibilità del decreto del governo sui “Paesi sicuri” con le norme europee.
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Governo che non disdegna l’opzione estrema che andrebbe a rovesciare l’impianto stesso del Patto Italia-Albania: modificare via decreto la giurisdizione italiana sulle strutture, che passerebbero così ad essere gestite interamente dal governo di Tirana e trasformare in Cpr destinati esclusivamente al rimpatrio dei profughi ritenuti senza requisiti per ottenere protezione internazionale dall’Italia, o in centri di accoglienza.
Del piano, riferisce il Corriere, si è discusso in un vertice di maggioranza venerdì scorso, ma se ne parlerà ancora, forse proprio nella giornata di lunedì.
Ovviamente il progetto di esecutivo e maggioranza è duramente criticato dalle opposizioni, che da mesi sottolineando il fallimento politico ed economico del Patto Italia-Albania. Per Simona Bonafè, capogruppo Pd in Commissione Affari costituzionali alla Camera, il governo “insiste nel tentativo inaccettabile di scegliersi i magistrati e riscrivere le regole in corsa”, mentre il capogruppo di AVS nella stessa commissione, Filiberto Zaratti, Meloni e soci “si sono cacciati in un pasticcio, smettano di sperperare i soldi degli italiani”.