Il cantautore

Luca Barbarossa: “Quando cantai con Maradona, ho vinto il Festival di Sanremo grazie a Dalla e Morandi”

A Napoli, nel 1987, invitò sul palco per un duetto il Pibe de Oro. Del 1992, con "Portami a ballare", la vittoria al Festival. "Volevo portare un brano più impegnato. Per fortuna mi dissero: ‘E togliti la puzza sotto al naso, forza'"

Spettacoli - di Redazione Web

10 Febbraio 2025 alle 15:09

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Foto Guberti/Rasero/LaPresse 08 Febbraio 2018 Sanremo, Italia spettacolo Festival di Sanremo 2018, terza serata. Nella foto: Luca Barbarossa (Passame er sale) Photo Guberti/Rasero/LaPresse February 8th, 2018 Sanremo, Italy entertainment Sanremo music festival 2018, third evening. In the photo: Luca Barbarossa (Passame er sale)
Foto Guberti/Rasero/LaPresse 08 Febbraio 2018 Sanremo, Italia spettacolo Festival di Sanremo 2018, terza serata. Nella foto: Luca Barbarossa (Passame er sale) Photo Guberti/Rasero/LaPresse February 8th, 2018 Sanremo, Italy entertainment Sanremo music festival 2018, third evening. In the photo: Luca Barbarossa (Passame er sale)

E pensare che Luca Barbarossa non ce lo voleva mica portare Portami a ballare, al Festival di Sanremo, nel 1992. “Macché, no, anche perché io volevo portare un brano più impegnato, Cuore d’acciaio. Per fortuna che Morandi e Dalla mi presero da parte e mi dissero: ‘E togliti la puzza sotto al naso, forza’”, ha raccontato lui stesso, cantautore e conduttore televisivo italiano, in un’intervista a Il Corriere della Sera proprio alla vigilia della 75esima edizione della kermesse, che quel Festival alla fine lo vinse.

“Una volta vidi mia madre ballare un vecchio rock’n roll – ha raccontato sulla canzone – Era aggraziata, bravissima. Per la prima volta la guardai non come una madre, ma come una donna. Mi chiesi: quanto poco sappiamo delle persone che amiamo? E com’erano ‘prima di noi’? Quella canzone è un omaggio alla bellezza sconosciuta dei nostri amori”. È diventato famoso con canzoni come Via Margutta. “La canzone nasce da un fatto vero: mio nonno, durante la seconda guerra mondiale, fece rifugiare in una soffitta di via Margutta un bambino ebreo, salvandogli la vita durante i rastrellamenti. Qui abitavano artisti e poeti, come oggi”.

Barbarossa è stato tennista, teatrante, cantautore, scrittore, conduttore. “Aggiungo cameriere: con le mance che guadagnai a Londra comprai la mia prima chitarra acustica”. Ha avuto la stessa insegnante di tennis di Panatta, Wally San Donnino. Quando ha lasciato lo sport si è dato alla musica. Suonava per strada a Piazza Navona. Aveva imparato “da solo, mai frequentato scuole. La mia generazione è stata fortunata perché è stata l’ultima ad aver conosciuto la noia. Nei lunghi giorni senza scuola, magari in vacanza, che cosa potevi fare? Magari imparare a suonare. C’era più tempo, c’era più dedizione”. Altro aneddoto è quello di quando, nell’anno del primo Scudetto del Napoli, a un suo concerto si presentò Diego Armando Maradona.

“Sapevo che Diego apprezzava alcune mie canzoni, però in quegli anni per lui era impossibile anche solo fare un pezzo di strada a Napoli: la folla impazziva, davvero rischiava di farsi male per l’affetto dei tifosi. Così quella sera tutto era pronto alle Terme di Agnano, quando lo staff di Maradona ci disse che lui avrebbe avuto piacere di partecipare. ‘E dove lo mettiamo?’, fu la mia domanda piena di gioia, ma anche di sgomento: l’ordine pubblico nei concerti è una cosa seria. Il mio manager allora ebbe un’idea: letteralmente lo nascondemmo dietro l’impianto audio, in modo che nessuno potesse vederlo. Solo alla fine, sulle note di Roma Spogliata, lo chiamai sul palco a duettare con me. Le lascio immaginare la reazione del pubblico: una follia collettiva”.

10 Febbraio 2025

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