Il "Maestrone"
Francesco Guccini: “Meloni? Furba e pericolosa. Più intelligente di Salvini? Non ci vuole granché”
La Locomotiva "è prima di tutto una suggestione letteraria. È ispirata al fascino del movimento anarchico di fine 800 e inizio 900". E sul Capodanno a Roma: "Io fui censurato per 'Dio è morto'"
News - di Redazione Web
Francesco Guccini risponde a Jovanotti, che aveva paragonato Gloria alla sua Locomotiva, che aveva azzardato alla trasmissione Belve che a Mozart non sarebbe dispiaciuta Sesso e Samba di Toni Effe con Gaia. “E io ho risposto che dietro certe canzoni ci sono libri letti, c’è cultura. Dietro la Canzone dei dodici mesi ci sono i bestiari medievali e i poeti: Cenne da la Chitarra, Folgòre da San Gimignano, Omar Khayyam…”.
Il cantautore detto “Maestrone” lo ha detto in una lunga intervista a Il Corriere della Sera, in cui ha raccontato anche la nascita proprio de La Locomotiva, 13 strofe scritte in una ventina di minuti, una canzone simbolo. “È una canzone politica, ma è prima di tutto una suggestione letteraria. È ispirata al fascino del movimento anarchico di fine 800 e inizio 900. Figure come Gaetano Bresci e Carlo Cafiero, pronte a morire per il loro ideale, l’uguaglianza tra gli uomini, e certo anche a dare alla morte; come Luigi Licheni, che uccide l’imperatrice Sissi con una lima”.
Guccini vive a Pavana con Raffaella, conosciuta trent’anni fa. Ricorda la sua famiglia, la sua infanzia, gli anni della contestazione. Parla di politica, come sempre, è inevitabile. “Vedo la destra sempre più spudorata. Quando leggo certe sortite, comincio a pensare che mandare affanculo un coglione non sia un reato”. Non gli dispiace Elly Schlein, la segretaria del Partito Democratico. L’anno scorso declinò l’invito di Fratelli d’Italia alla convention Atreju.
Giorgia Meloni “mi telefonò di persona, per invitarmi. Fu cortese. E io cortesemente declinai”, trova la Presidente del Consiglio “furba. Intelligente. Pericolosa” perché “ha tentato di imporre riforme che avrebbero stravolto la Costituzione. Ora sia il premierato sia l’autonomia pare stiano rientrando. L’intenzione però era quella: una forma moderna di autocrazia, alla Orban“. E “urla troppo”.
Stoccata a Matteo Salvini, segretario della Lega e vice primo ministro: “non che ci voglia granché” a esser più intelligente, risponde imbeccato Guccini. E sul caso del Capodanno a Roma con Toni Effe: “Non lo conosco, ma la censura è sempre sbagliata, anche se quella di Roma è una vicenda diversa. Io fui censurato per Dio è morto: la radio non poteva trasmetterla. Per fortuna passò su Radio Vaticano. Si erano accorti del finale: ‘Se Dio muore è per tre giorni e poi risorge'”.