L'attore a Radio2
Luca Marinelli canta Bruce Springsteen, “The Goast of Tom Joad” per gli ultimi e i diseredati: “Lo vidi a Sanremo, un fuoco che riscalda”
La canzone ispirata al protagonista di "Furore", il romanzo capolavoro di John Steinbeck. Il fantasma di Tom Joad è quello dei poveri, degli ultimi, degli emarginati della Terra
Cultura - di Antonio Lamorte

Fosse arrivata prima quest’interpretazione, chissà Luca Marinelli non si sarebbe trovato a interpretare dopo Fabrizio De André anche Bruce Springsteen. Si scherza: il ruolo del Boss, nel film Deliver me from nowhere, in uscita nel 2025, è stato interpretato da Jeremy Allen White. Questo non ha impedito alla versione dell’attore italiano di The Gost of Tom Joad nella puntata del 14 gennaio di Radio2 Social Club di diventare quasi virale.
Marinelli è al centro dell’attenzione mediatica in questi giorni: è l’attore protagonista di M – Il Figlio del secolo, la serie tv del momento, ispirata al romanzo omonimo, vincitore del Premio Strega nel 2019 di Antonio Scurati, sull’ascesa del fascismo e del dittatore Benito Mussolini. “Sospendere il giudizio – ha dichiarato in un’intervista a Il Corriere della Sera – avvicinarsi il più possibile a quest’anima alla quale devi dare un corpo, che sia un personaggio della realtà o della fantasia. In questo caso è stata una cosa per me veramente dolorosa, veramente forte, che naturalmente mi aspettavo, ma non pensavo di vivere con tanta intensità. Non mi volevo avvicinare a Mussolini e purtroppo ho dovuto farlo”.
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Chi è Tom Joad
Ad acchittare la situazione, a Radio 2 Social Club, il cantautore e conduttore Luca Barbarossa. “Ho sentito che faceva l’arpeggio di una grande canzone di Springsteen: lui che nel 1996 aprì in modo totalmente inusuale il Festival di Sanremo con questa canzone straordinaria, soltanto un seguipersona puntato che lo seguiva sul palco, neanche Baudo lo presentò”. E Marinelli: “Io ricordo il me bambino davanti alla televisione, misero i sottotitoli quella sera per far arrivare il testo. Ho avuto questo momento veramente trascendentale. Non sapevo chi fosse Bruce Springsteen all’epoca ma il testo mi arrivò come un fuoco caldo che riscaldava”.
Tom Joad è il protagonista di Furore, romanzo dello scrittore americano John Steinbeck, premio Nobel per la Letteratura. Con Furore, considerato da molti il suo capolavoro, vinse il Premio Pulitzer nel 1940, John Ford ne trasse un film. Racconta l’epopea biblica della famiglia Joad, costretta ad abbandonare la sua fattoria nell’Oklahoma per provare a raggiungere la California. Divenne il racconto simbolo della Grande Depressione che colpì gli Stati Uniti negli anni ’30. A Tom Joad già Woodie Guthrie, nel 1940, aveva dedicato una canzone. “Wherever little children are hungry and cry, wherever people ain’t free, wherever men are fightin’ for their rights, that’s where I’m a-gonna be, Ma, that’s where I’m a-gonna be”. Così cantava la Part 2 della ballata.
Il significato di “The ghost of Tom Joad”
Il fantasma di Tom Joad è quello dei poveri, degli ultimi, degli emarginati della Terra. L’album omonimo venne pubblicato nel novembre del 1995, premiato con un Grammy come il miglior disco folk dell’anno. Springsteen riprese certe atmosfere di Nebraska, oscure e minimali, al centro voce e chitarra. Il Boss rispolverava il suo talento di storyteller della canzone, cantava della povertà, delle disuguaglianze del nuovo ordine mondiale.
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“Now Tom said, ‘Mom, wherever there’s a cop beatin’ a guy, wherever a hungry new born baby cries, where there’s a fight ‘gainst the blood and hatred in the air, look for me mom I’ll be there. Wherever somebody’s fightin’ for a place to stand or a decent job or a helpin’ hand. Wherever somebody’s strugglin’ to be free, look in their eyes ma you’ll see me”. Sprinsteen cita Guthrie, tra i suoi mentori. Il paesaggio apocalittico che attraversa la canzone è il mondo attuale, quello dei Tom Joad di oggi, dei suoi fantasmi.
Quella volta che Springsteen andò a Sanremo
“Trovo Bruce Springsteen un eroe del sociale – ha detto Marinelli – attraverso la sua arte: quando l’arte è portata a livelli molto alti, è anche un gesto politico”. Barbarossa ha ricordato che all’epoca in molti non volevano Springsteen a Sanremo, non opportunamente informato sui temi che tratta il Festival che non erano i suoi. “Io lo difesi in un articolo, scrissi che era un’opportunità per farlo conoscere in Italia, sapere che tu bambino sei rimasto incantato da quei versi e non sapevi chi era Springsteen, in qualche modo mi dà ragione, sono particolarmente felice”.
Deliver me from nowhere, in uscita nel 2025, è ispirato alla realizzazione di Nebraska, album pubblicato nel 1982, minimale e oscuro, ispirato dai racconti di Flannery O’Connor e da Badlands di Terrence Malick, secondo alcuni il capolavoro del Boss. È stato scritto a partire dal libro di Warren Zanes, tradotto e pubblicato in Italia da Jimenez come Liberami dal nulla, sull’ideazione e la realizzazione di quell’album, un periodo in cui Springsteen attraversò un crollo mentale di cui avrebbe parlato soltanto anni dopo. L’interpretazione di Marinelli di Mussolini intanto sta facendo infuriare simpatizzanti e nostalgici del fascismo: dettaglio che ce lo rende oltremodo simpatico.