Il caso Paragon
Caso Paragon, Salvini evoca la “guerra” tra 007 dietro il caso dello spyware israeliano
In ogni caso chiunque capisce che se è in corso una guerra tra servizi segreti, dal momento che i servizi segreti sono controllati direttamente dal governo, è un bel problema per il governo.
Politica - di Redazione Web

Il vice premier Matteo Salvini ha detto che in Italia “è in corso un regolamento di conti tra servizi segreti”. Naturalmente è una affermazione gravissima, specialmente perché pronunciata dal numero 2 del governo. Probabilmente è un attacco diretto al sottosegretario Mantovano, che dovrebbe controllare i servizi segreti. E che ha avuto un ruolo chiave anche nell’evasione di Osama Almasri, il boia di Mitiga. In ogni caso chiunque capisce che se è in corso una guerra tra servizi segreti, dal momento che i servizi segreti sono controllati direttamente dal governo, è un bel problema per il governo.
La polemica nasce dal caso Paragon. Cioè dall’emergere di clamorose azioni di spionaggio, realizzate attraverso un software prodotto dall’azienda israelo-statunitense Paragon ai danni di vari giornalisti e attivisti delle Ong. Tra loro il nome che più ha fatto scalpore è quello di Luca Casarini. Uomo di punta della Ong “Mediterranea” e anche collaboratore del nostro giornale. Chi lo spiava? Perché lo spiava? Per conto di chi? Per fare gli interessi di chi? Paragon ha risolto il problema accusando l’Italia di comportamenti illegali e al di fuori dei canoni etici dell’azienda, e ha rotto il contratto che la legava all’Italia.
- Paragon, lo scandalo si allarga: la società “straccia” i contratti con l’Italia dopo la bufera sullo spionaggio
- Così ho scoperto che Paragon mi spiava: messo sotto controllo dai servizi segreti, i miei dati in mano agli israeliani
- Luca Casarini spiato col software israeliano Paragon: il fondatore della Ong Mediterranea nella rete degli intercettati
Sul caso Paragon è intervenuta la segretaria del Pd, Elly Schlein: “La vicenda Paragon è estremamente grave, stiamo parlando di un software che entra nel telefonino e spia le chat. Sapete di chi? Dei giornalisti e degli attivisti di Mediterranea. Il Governo deve chiarire, perché quello che hanno detto è stato smentito dal Guardian. Il governo non può, come ha fatto con quando ha liberato il torturatore libico Almasri, mettere la testa sotto la sabbia, la presidente del Consiglio deve venire a spiegare”. La segretaria del Pd fa riferimento anche alle parole del vice premier, Matteo Salvini: “Se Salvini ha degli elementi venga a riferire in Parlamento”.
Ha parlato anche Angelo Bonelli, uno dei due leader di Avs: “L’uso del software Paragon, esclusivo del governo italiano, per spiare giornalisti e attivisti è un fatto gravissimo. Questo strumento, che integra lo spyware Graphite dell’azienda israeliana, è stato utilizzato contro chi si occupa di informazione e diritti umani. Non può essere una coincidenza che tra i sorvegliati ci sia Francesco Cancellato, direttore di Fanpage, testata che ha realizzato inchieste sul partito di Giorgia Meloni. Così come non è un caso che siano stati spiati Luca Casarini e Beppe Caccia, fondatori di Mediterranea, impegnata nei salvataggi di migranti in mare. Chi ha autorizzato questa sorveglianza? Con quale scopo? La presidente del Consiglio, da cui dipende l’uso di Paragon, deve rispondere immediatamente”. E la presidente del Consiglio? Ha adottato la linea che aveva già adottato nel caso Almasri: silenzio. “Non c’ero e se c’ero dormivo…”