Il generale scappato
Almasri, vittima del torturatore libico denuncia il governo per favoreggiamento: nel mirino Nordio, Piantedosi e Meloni

Non c’è solo l’esposto presentato dall’avvocato Luigi Li Gotti: il caso Almasri, il generale-torturatore libico che l’Italia ha rispedito in patria a bordo di un volo di Stato nonostante l’ordine di arresto spiccato nei suoi confronti dalla Corte penale internazionale, costa al governo Meloni nuovi problemi con la giustizia.
Una vittima e testimone delle torture del comandante della polizia giudiziaria libica ha presentato denuncia alla procura di Roma contro il Governo italiano per “favoreggiamento” per “le condotte di Nordio, Piantedosi e Meloni“, ovvero i due i ministri e la premier già iscritti nel registro degli indagati per l’esposto di Li Gotti, che secondo il denunciante Lam Magok Biel Ruei “hanno sottratto il torturatore libico alla giustizia”.
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Nella denuncia che a breve finirà all’attenzione dei magistrati di piazzale Clodio, si legge che “l’inerzia del ministro della Giustizia, il quale avrebbe potuto e dovuto chiedere la custodia cautelare del criminale ricercato dalla Corte penale internazionale, e il decreto di espulsione firmato dal ministro dell’Interno, con l’immediata predisposizione del volo di Stato per ricondurre il ricercato in Libia, hanno consentito ad Almasri di sottrarsi all’arresto e di ritornare impunemente nel suo Paese di origine, impedendo così la celebrazione del processo a suo carico”, scrive l’Agi riportando ampi stralci dell’esposto redatto dall’avvocato Francesco Romeo per conto di Lam Magok Biel Ruei.
Quest’ultimo è attualmente ospite di una struttura di Baobab Experience, l’associazione romana che si occupa di fornire sostegno ai migranti e richiedenti asilo. Per il suo legale “esiste un comunicato ufficiale della Corte penale internazionale de 22 gennaio 2025 che dimostra che le autorità italiane erano state non solo opportunamente informate dell’operatività del mandato di arresto, ma anche coinvolte in una precedente attività di consultazione preventiva e coordinamento volta proprio a garantire l’adeguata ricezione della richiesta della Corte e la sua attuazione. In quello stesso comunicato si riporta inoltre che le autorità italiane hanno chiesto espressamente alla Corte penale internazionale di non commentare pubblicamente l’arresto di Almasri, dimostrando quindi di esserne a conoscenza”.