L'addio dopo neanche due anni

Perché si è dimesso il capo del dap Giovanni Russo, le frizioni con Delmastro: al suo posto la nipote di Falcone

A parte le speculazioni, c’è da registrare che il nuovo possibile incarico di Russo non è prestigioso come quello di capo del Dap. E allora perché questa scelta? Non è sbagliato pensare ad un clima non facile.

Giustizia - di Angela Stella

24 Dicembre 2024 alle 11:00

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Photo credits: Marco Ponzianelli/Imagoeconomica
Photo credits: Marco Ponzianelli/Imagoeconomica

Non è durato neanche due anni Giovanni Russo come Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Insediatosi l’11 gennaio 2023, si è dimesso venerdì scorso. Al suo posto andrà l’attuale vice del Dap, Lina Di Domenico, nipote di Giovanni Falcone. Nessun comunicato ufficiale da parte del Ministro Nordio. Ma Russo, da quanto appreso, andrà a svolgere l’incarico di Consigliere giuridico alla Farnesina.

Dietro le dimissioni possibili frizioni con il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, dopo che Russo ha testimoniato nel processo a carico del numero tre di via Arenula, dicendo che i documenti relativi ad Alfredo Cospito dovevano rimanere all’interno dell’amministrazione penitenziaria e non essere divulgati, così come accaduto. Ma, a parte le speculazioni, c’è da registrare comunque che il nuovo possibile incarico di Russo, pur essendo di rilievo, non è prestigioso come quello di capo del Dap. E allora perché questa scelta? Non è sbagliato pensare ad un clima non facile. Comunque considerata la concomitanza delle festività natalizie, l’iter per il passaggio di consegne a Largo Luigi Daga potrebbe essere più lungo del normale e non ci dovrebbe essere alcun riscontro del Csm prima del 7 gennaio.

Sulle dimissioni, i dirigenti di ‘Nessuno tocchi Caino’ Rita Bernardini, Presidente, Sergio D’Elia, Segretario, ed Elisabetta Zamparutti, Tesoriera, hanno dichiarato: “Siamo profondamente dispiaciuti per le dimissioni del capo del Dap Giovanni Russo, persona straordinaria, di grande rigore e umanità. Chi ha vissuto come lui l’esperienza di presiedere il Dipartimento (e pensiamo in particolare a Santi Consolo e a Dino Petralia) sa come quella struttura elefantiaca, fatta di incrostazioni sedimentate nel tempo, abbia bisogno di una seria riforma che la conduca finalmente all’efficienza costituzionale e convenzionale europea. In questo senso, auguriamo al prossimo Presidente del Dap buon lavoro”.

Per la responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, il capogruppo dem nella Bicamerale Antimafia, Walter Verini, e i due capigruppo dem delle commissioni Giustizia Senato e Camera, Alfredo Bazoli e Federico Gianassi: “Le dimissioni di Giovanni Russo dal vertice del Dap sono una conferma del fallimento di una politica carceraria di questo Ministero, di questo governo. Chiameremo Nordio a riferire alle Camere”. Anche per il deputato di +Europa Riccardo Magi “le dimissioni del capo del Dap Giovanni Russo sono il segno evidente del fallimento delle politiche del governo sul carcere a fronte delle tragiche condizioni in cui versano”.

Negli stessi momenti delle dimissioni di Russo, anche il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, annuncia di non volersi ricandidare alle prossime elezioni dei vertici dell’Associazione nazionale magistrati. Una decisione resa nota dal Corriere della Sera, ma di cui si era a conoscenza da mesi negli ambienti. Esponente di AreaDg, era stato eletto nel dicembre 2020. Negli ambienti progressisti della magistratura gli avevano chiesto di ricandidarsi ma ha deciso di tornare a fare a tempo il pieno il Consigliere di Cassazione.

24 Dicembre 2024

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