L'indagine sul sottosegretario

Delmastro e il caso Cospito, perché è stato rinviato a giudizio: le pressioni per avere le relazioni sull’anarchico

Giustizia - di Redazione

1 Dicembre 2023 alle 11:44 - Ultimo agg. 1 Dicembre 2023 alle 11:45

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Delmastro e il caso Cospito, perché è stato rinviato a giudizio: le pressioni per avere le relazioni sull’anarchico

Andrea Delmastro, il sottosegretario alla Giustizia dell’esecutivo Meloni rinviato a giudizio mercoledì dal Gup Maddalena Cipriani per rivelazione di segreto d’ufficio, avrebbe fatto pressioni sul Dap per ottenere la relazione su Alfredo Cospito.

La notizia emerge oggi in due distinti articoli di Repubblica e Corriere della Sera: entrambi fatto riferimento alle carte dell’inchiesta che ha portato al rinvio a giudizio del vice del Guardasigilli Carlo Nordio.

L’inchiesta su Delmastro

L’indagine nei confronti di Delmastro nasce da un esposto presentato del deputato Angelo Bonelli, di Alleanza Verdi-Sinistra, dopo le parole in aula del deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, che aveva fatto riferimento a conversazioni tra l’anarchico Alfredo Cospito e altri due detenuti al 41 bis, accusando poi i colleghi parlamentari del Partito Democratico che erano andati a trovare il detenuto nel carcere di Sassari di “stare dalla parte dei terroristi con la mafia” citando proprio stralci di quelle conversazioni durante l’ora d’aria tra l’anarchico e gli “uomini d’onore”.

Delmastro era indagato per rivelazione del segreto d’ufficio, per aver rivelato al compagno di partito Donzelli il contenuto di un documento riservato del Gom, il Gruppo operativo mobile della Polizia penitenziaria (una scheda di sintesi della polizia penitenziaria), sul caso di Alfredo Cospito, per mesi in sciopero della fame.

Le pressioni di Delmastro sul Dap

Secondo Repubblica il sottosegretario alla  Giustizia avrebbe fatto pressioni sul Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, “per permettere al suo collega di partito, amico e coinquilino Giovanni Donzelli, di attaccare nell’Aula della Camera il Pd, accusando i parlamentari che avevano fatto visita ad Alfredo Cospito di voler aiutare i mafiosi al 41 bis”.

In particolare agli atti vi sarebbe una telefonata in cui Delmastro avrebbe chiesto a Giovanni Russo, capo del Dap, le informative sia del Gom che del Nic” ossia i corpi scelti della Penitenziaria.

Il 30 mattina la segretaria del Dap continuava a premere per ottenere la relazione”, avrebbe spiegato ai pm l’ex capo del Gom, il generale Mauro D’Amico, tanto che l’informativa sarebbe stata recapitata con un motociclista. Inoltre, nonostante sugli atti fosse chiaramente indicato che fossero a “limitata divulgazione”, Delmastro li avrebbe comunque consegnato al collega deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, con cui condivide un appartamento a Roma, il contenuto del fascicolo, poi citato ed utilizzato nell’Aula per attaccare i quattro deputati del Partito Democratico andati a trovare Cospito nel carcere di Sassari.

La difesa di Donzelli

Nel verbale d’interrogatorio redatto davanti ai pm di Roma il 17 febbraio scorso, quando Delmastro era già indagato, il sottosegretario ha spiegato così il suo agire.

Per l’esponente del partito di Meloni “in quanto deputato ritenevo che Donzelli avesse diritto a ricevere informazioni che erano contenute in una relazione a divulgazione limitata ma non segreta. Per me la “limitata divulgazione” riguarda la catena del Dap ma non ha efficacia nei confronti del decisore politico… Non ho detto a Donzelli che c’era la clausola di “limitata divulgazione” perché per me non c’era nessun segreto”.

di: Redazione - 1 Dicembre 2023

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