Il caso

Ion Nicolae, dalla semi libertà al trasferimento improvviso da Montorio a Rebibbia: il 51enne ingoia batterie per togliersi la vita

Detenuto a Verona, aveva iniziato un percorso di inserimento sociale lavorando in una società sportiva. Gli mancava poco tempo per la fine della pena, poi l'arrivo a Roma senza che i suoi avvocati e familiari sapessero nulla. Le iniziative politiche di Ilaria Cucchi e Flavio Tosi in attesa della decisione del Tribunale: il recluso, al quale stanno togliendo la speranza, potrebbe tornare in Romania

Giustizia - di Andrea Aversa

15 Dicembre 2024 alle 23:32

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Fonte l’Unità
Fonte l’Unità

Gli resta poco da scontare, ha già usufruito delle pene alternative ed ha iniziato un percorso di reinserimento sociale lavorando in una società sportiva. Allora perché il 51enne rumeno Ion Nicolae ha detto ai suoi avvocati e alla sua compagna, scrivendolo sopra un biglietto, che avrebbe voluto farla finita e togliersi la vita? Perché da persona ‘attenzionata’ proprio per la possibilità che possa suicidarsi, Ion è stato improvvisamente trasferito dal carcere di Montorio di Verona a quello romano di Rebibbia. Trasferimento avvenuto lo scorso 2 dicembre senza che i suoi cari e i suoi avvocati, Francesco Spanò e Simone Bergamini, lo sapessero. Nessuno di loro è stato avvisato. Una notizia giunta come un fulmine a ciel sereno e soprattutto a cose fatte.

Il calvario di Ion Nicolae

Nel frattempo, Ion è in attesa di un’altra decisione importante che potrebbe cambiare ancora una volta la sua vita in negativo: il prossimo 20 dicembre il Tribunale dovrà stabilire se accogliere o meno la richiesta dell’autorità giudiziaria rumena che secondo alcuni accordi internazionali vorrebbe far trasferire il detenuto in Romania. In un momento storico nel quale le carceri e le condizioni dei reclusi sono al centro del dibattito pubblico, proprio per il dramma che l’intera comunità penitenziaria sta vivendo da decenni, ad una persona è stato brutalmente bloccato il suo percorso di cambiamento e riscatto. A causa di tutto ciò Ion ha inghiottito quattro batterie. Per fortuna è stato salvato ed è fuori pericolo.

Il caso giudiziario

Lo ha fatto perché probabilmente ha pensato che la morte sarebbe stata la migliore delle soluzioni. Una scelta che una persona prende perché forse non ha modo di decidere nulla della sua vita. Proprio nel momento in cui la propria esistenza si era indirizzata nella direzione giusta. Un caso, l’ennesimo che ha provato quanto lo Stato di diritto e la dignità sono calpestati dentro le carceri. La vicenda è balzata all’attenzione del deputato Flavio Tosi e della senatrice Ilaria Cucchi. Anche il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale si è mosso. Ma intanto Ion è a Roma e il suo futuro è più incerto che mai. E la sua vita non può aspettare i tempi della burocrazia italiana. L’unica certezza è che grazie alla (mala) giustizia italiana, il 51enne ha corso il rischio di trasformarsi in un numero. Proprio come gli altri 87 esseri umani (secondo Ristretti Orizzonti) che si sono tolti la vita dietro le sbarre.

15 Dicembre 2024

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