Corvetto

Morte Ramy Elgaml, interrogato l’amico che guidava lo scooter: “Nessun alt, ricordo urto coi carabinieri nell’inseguimento”

"Ho incrociato la macchina, avevo paura perché non avevo la patente e sono scappato e loro sono venuti dietro. Non ho perso il controllo, ho sentito questa botta, questo urto, questa spinta da dietro, poi siamo volati"

Cronaca - di Redazione Web

12 Dicembre 2024 alle 18:29

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FOTO DA TIK TOK
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Ricorda l’urto nell’inseguimento ma nessun alt. Si è tenuto oggi, davanti alla gip di Milano Marta Pollicino, l’interrogatorio di Fares Bouzidi, il 22enne alla guida dello scooter su cui viaggiava con Ramy Elgaml, 19 anni, morto a Milano nella notte dello scorso 24 novembre in un incidente alla fine di un inseguimento con i carabinieri. Bouzidi è indagato per omicidio stradale assieme al carabiniere che guidava l’auto inseguitrice. È stato arrestato ai domiciliari per resistenza a pubblico ufficiale su ordinanza della gip.

L’interrogatorio si è tenuto in forma differita dopo che il 22enne era rimasto per giorni ricoverato in ospedale. È stato interrogato nel Palazzo di Giustizia, dov’è arrivato con le stampelle, accompagnato dagli avvocati difensori Debora Piazza e Marco Romagnoli. “Non c’è stato un alt dei carabinieri, sono scappato sì ma non da un alt, ho incrociato la macchina, avevo paura perché non avevo la patente e sono scappato e loro sono venuti dietro, ho accelerato e loro ancora dietro, avevo l’ansia perché ero senza patente, poi c’è stato l’urto, la botta, la spinta da dietro”, le sue parole sulle cause dell’inseguimento riferite dal legale Marco Romagnoli citate dall’ANSA.

“Durante l’inseguimento speravo di poter rallentare, fermarmi per permettere a Ramy, che aveva perso il casco, di scendere ma non ce l’ho fatta”, ha continuato. Non si sarebbe accorto di quanto l’amico 19enne avrebbe perso il casco. “Non ho perso io il controllo, ho sentito questa botta, questo urto, questa spinta da dietro, poi siamo volati, questo mi ricordo e mi ricordo di essermi svegliato, poi, in ospedale”, ha raccontato il 22enne sul particolare più spinoso dell’inseguimento. L’interrogatorio è durato oltre due ore. Gli avvocati hanno chiesto la revoca della misura cautelare dei domiciliari.

L’inseguimento è durato circa otto chilometri. Altri due carabinieri due giorni fa sono stati scritti dalla Procura di Milano sul registro degli indagati per falso e depistaggio. Del caso si era molto parlato, oltre che per le circostanze tutte da chiarire, soprattutto per le manifestazioni che avevano fatto parlare i media di pericolo banlieue. La famiglia del ragazzo ha dichiarato di volere la verità, di avere fiducia nella magistratura ma allo stesso tempo ha preso le distanze dai disordini.

12 Dicembre 2024

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