A Milano
Com’è morto Ramy Elgaml: l’autopsia sul 19enne morto inseguito dai carabinieri, giallo sulla dinamica, la fiaccolata dopo gli scontri
Sarebbe morto in pochi minuti, a causa di una lesione all'aorta. La marcia silenziosa dopo gli scontri che avevano fatto gridare al pericolo banlieue. Il 19enne sarà seppellito in Italia
Cronaca - di Redazione Web
Ramy Elgaml è morto sul colpo secondo quanto emerso dall’autopsia sul cadavere del 19enne deceduto a Milano, lo scorso fine settimana, dopo un inseguimento di otto chilometri con i carabinieri. Una tragedia che ha scatenato manifestazioni anche violente a Corvetto, quartiere di periferia dove il ragazzo di origini egiziane viveva con la famiglia. Per la morte sono indagati il 22enne che viaggiava con la vittima su uno scooter e uno dei due carabinieri. La famiglia di Elgaml ha chiesto giustizia, vuole sapere la verità su quello che è successo, ma ha anche preso le distanze dai disordini che hanno fatto gridare al pericolo banlieue in Italia. Il grande punto interrogativo da sciogliere adesso è la dinamica dell’accaduto.
Fatale, per il 19enne, una lesione all’aorta secondo l’autopsia disposta dal pm Marco Cirigliano. È morto nel giro di pochi minuti. Non è chiaro ancora se la causa della morte sia stata il violento impatto contro l’asfalto o il muretto, all’angolo tra via Ripamonti e via Quarante, dove è terminata la corsa dello scooter, o se la vittima sia stata travolta dopo esser stato sbalzato dal motociclo. Ad alzare la tensione le voci – al momento non si può parlare di molto di più a proposito – secondo cui il motorino sarebbe stato speronato dalla pattuglia di carabinieri che ha inseguito i due dopo che questi non si sarebbero fermati a un alt. Non ci sono prove. Al vaglio tutte le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona.
Due indagati per la morte di Ramy Elgaml
Il vicebrigadiere alla guida della pattuglia è indagato per omicidio stradale in concorso, anche come atto a sua tutela. Fonti legali vicino alla famiglia del 22enne che viaggiava con Elgaml, hanno fatto sapere che il ragazzo si è svegliato dal coma farmacologico, è ricoverato all’ospedale San Paolo, agli arresti domiciliari per resistenza a pubblico ufficiale che sconterà a casa della sorella dopo le dimissioni. Sarò interrogato. “Sono convinta ora come ora che la magistratura ci farà sapere, che sono dalla nostra parte. Chiediamo all’autorità solo di essere sinceri. E se qualcuno ha sbagliato che paghi, anche Ramy ha fatto i suoi errori e adesso sta pagando”, ha detto la fidanzata del ragazzo in un video diffuso dal presidente della comunità egiziana Aly Harhash.
La fiaccolata silenziosa per ricordare Ramy Elgaml
Sabato 30 novembre si è tenuto al Corvetto un corteo per ricordare Ramy Elgaml, iniziato con una marcia silenziosa in ricordo di Ramy Elgaml. Circa 400 persone hanno partecipato, uno striscione recitava: “I nostri quartieri uniti nel vostro dolore”. Intonati anche dei cori in arabo. Non si sono verificati incidenti. Alla fiaccolata non ha partecipato la famiglia della vittima. Il padre ha ribadito in più occasioni in questi giorni di aver fiducia nella magistratura e nelle forze dell’ordine italiane. “Era più italiano che egiziano ormai”, ha detto del figlio che sarà seppellito a Milano. Sono stati depositati fiori, lettere e biglietti sul luogo dell’incidente nei giorni scorsi.
Ramy Elgaml lavorava come elettricista in una grande azienda. “Il papà Yehia vuole che l’ultimo saluto al figlio avvenga in moschea, con un iman ma con un rito aperto a tutti perché la vita di Ramy è stata la dimostrazione che le culture diverse possono vivere insieme – ha spiegato l’avvocato Barbara Indovina all’AGI – Sarà sepolto a Milano perché questa era casa sua. Ramy era molto seguito dalle suore, che al Corvetto aiutano tutti, indipendentemente dalla fede religiosa, partecipava come volontario anche alla colletta alimentare. Lui si sentiva italiano, non parlava nemmeno l’arabo ed era legatissimo a una famiglia cattolica con cui trascorreva molto tempo e che gli offriva delle opportunità di crescita”.