Vince Conte
Movimento 5 Stelle, il “vaffa” a Grillo è tombale: il quorum c’è, il secondo voto cancella il garante
Politica - di Carmine Di Niro
Questa volta il “vaffa” potrebbe essere definitivo. Il tentativo di Beppe Grillo di ribaltare il voto della prima Costituente 5 Stelle voluta da Giuseppe Conte, che aveva portato all’abolizione del suo ruolo di garante, non è andato a buon fine.
La risposta degli iscritti pentastellati è stata infatti la controprova che il Movimento è ormai “il partito di Conte”. Non è riuscita la battaglia per far mancare il quorum e dunque annullare l’intero processo voluto dall’ex premier per riformare il Movimento: l’affluenza della Costituente bis è addirittura salita al 65 per cento (contro il 61% della prima consultazione tenuta dal 21 al 24 novembre).
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Ma soprattutto è emersa la volontà del partito di voltare pagina dalla diarchia Conte-Grillo, e affidarsi completamente all’ex “avvocato del popolo”: i risultati hanno peggiorato l’esito di due settimane fa per il comico genovese, col sì alla cancellazione del ruolo di garante votato dall’80,5 per cento degli iscritti, contro il 63 per cento della volta scorsa.
“Questa è l’onda dirompente di una comunità che non conosce limiti e ostacoli, in cui tutti contano davvero. Andiamo avanti con grande forza, con l’orgoglio di quel che abbiamo fatto, ma lo sguardo fisso nel futuro. Abbiamo una passione immensa e tante battaglie da fare tutti insieme per cambiare il Paese”, è il primo commento di Giuseppe Conte via social subito dopo la chiusura della votazione.
E Grillo? Nella notte l’ex garante pubblica un post su Facebook in cui cita il film “The Truman Show”: “Casomai non vi rivedessi, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte”, scrive Beppe. Per lui le strade che si aprono sono due: una prevede una guerra a suon di carte bollate con Conte per contestare la proprietà del logo delle 5 Stelle, l’altra è più propriamente politica e prevede il tentativo di ricreare un soggetto politico come il Movimento delle origini assieme a quegli ex parlamentari e amministratori locali che sono rimasti vicini al comico genovese, da Danilo Toninelli a Virginia Raggi, passando magari per Alessandro Di Battista.