La crisi francese
Perché i socialisti hanno mollato Mélenchon, Macron pronto a un nuovo governo
Se Macron convincerà i socialisti ad entrare in un governo centrista, dovrebbe riuscire a mettere in piedi una maggioranza coi gollisti.
Esteri - di Redazione Web
Emmanuel Macron è un po’ come Renzi: fa un sacco di pasticci, prende grandi sberle politiche, ma sul piano della tattica è insuperabile. Si muove sempre con spregiudicatezza e abilità. E così, pur avendo clamorosamente perduto le elezioni di inizio estate, si appresta a varare un nuovo governo centrista che eviti le elezioni anticipate chieste dalla sinistra, e che tenga fuori dalla maggioranza i due partiti che avevano vinto le elezioni. E cioè il partito di estrema destra di Marine Le Pen, e il partito di sinistra di Jean-Luc Mélenchon.
Era già riuscito in questa impresa tre mesi fa, quando aveva messo insieme un traballante governo centrista, di minoranza, guidato da Michel Barnier. Ma l’esperimento è naufragato clamorosamente due giorni fa quando la Le Pen ha deciso di aderire a una mozione di sfiducia proposta da Mélenchon e il governo è andato in minoranza ed è caduto. Ma ora Macron ci riprova e – sembra – con qualche possibilità di successo. È riuscito a spaccare il Fronte Popolare e ha iniziato una trattativa serrata coi socialisti di Olivier Faure.
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Del fronte popolare, che aveva dominato il secondo turno delle elezioni legislative, fanno parte il partito dei “ribelli” di Mélenchon, che è il più grande e dispone di un’ottantina di deputati, poi i socialisti con 66 deputati, e poi una trentina di ecologisti, nove comunisti e altri cinque indipendenti. Se Macron convincerà i socialisti ad entrare in un governo centrista, dovrebbe riuscire a mettere in piedi una maggioranza coi gollisti. I tre partiti messi insieme (Macron, gollisti e socialisti) dovrebbero avere più o meno 300 seggi all’Assemblea nazionale che è composta da 577 parlamentari.
Mélenchon ha subito dichiarato che Faure non tratta certo a nome del Fronte popolare. Faure, a sua volta, ha incontrato Macron, preso atto che il Presidente non pone condizioni, e ha invece posto la sua condizione: che il premier sia socialista. Macron, che probabilmente invece vorrebbe come premier il centrista Francois Bayrou, ex candidato all’Eliseo che poi aveva sostenuto la candidatura alla presidenza dello stesso Macron. La partita è ancora aperta. E infatti Macron, che in un primo tempo aveva detto che avrebbe dato l’incarico in serata, ha deciso di rinviare tutto a lunedì.