I verbali di Amara

Violazione di segreto, confermata la condanna per Davigo

Si tratterà di quantificare in modo diverso la pena di un anno e tre mesi decisa in secondo grado e che si andrà a una riduzione della condanna.

Giustizia - di Frank Cimini

6 Dicembre 2024 alle 15:30

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Foto Mauro Scrobogna /LaPresse
Foto Mauro Scrobogna /LaPresse

La Cassazione ha deciso che l’ex pm di Mani pulite ed ex membro del Csm Piercamillo Davigo è responsabile del reato di violazione del segreto d’ufficio per aver preso dalle mani del pm Paolo Storari i verbali dell’avvocato Piero Amara. Per quanto riguarda invece l’accusa di aver diffuso gli stessi atti ad altre persone bisognerà celebrare un altro processo in una sezione diversa della corte di appello di Brescia.

Insomma pare di capire che si tratterà di quantificare in modo diverso la pena di un anno e tre mesi decisa in secondo grado e che si andrà a una riduzione della condanna. A livello processuale, nonostante la sentenza definitiva, resta la contraddizione di Davigo condannato per violazione del segreto in concorso con Paolo Storari che dalla stessa accusa era stato assolto in tutti i gradi di giudizio. Su questo punto aveva puntato l’arringa dell’avvocato Franco Coppi ma evidentemente non ha trovato ascolto. Ma al di là dell’aspetto penale, l’intera vicenda pur intricata resta una brutta pagina per la storia della magistratura e in particolare per la procura della Repubblica di Milano in relazione alla storia del processo Eni-Nigeria e a nessi e connessi.

Davigo prende le carte da Storari, secondo le sentenze bresciane, perché tra le persone chiamate in causa in riferimento alla famosa Loggia Ungheria c’era il magistrato Sebastiano Ardita suo ex compagno di corrente con il quale aveva litigato. In pratica un tentativo di vendicarsi. Quantomeno a livello deontologico una circostanza gravissima per un magistrato componente del Csm.
Le indagini sulla loggia Ungheria si erano perse (eufemismo) tra Milano e Perugia finendo con una archiviazione. Si trattava di indagare su una serie di magistrati chiamati in causa da Amara. E tuttora pare assurdo credere che l’ex avvocato esterno dell’Eni possa essersi inventato una ricostruzione del genere di sana pianta. Ma il caso ormai è chiuso e bisogna rassegnarsi. Il famoso principio del “cane non mangia cane” resta un solido punto di riferimento nelle indagini sui magistrati.

6 Dicembre 2024

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