Punto Nave

Perché Iolanda Apostolico ha lasciato la magistratura, la violenta gogna del governo Meloni: a chi toccherà domani

Le dimissioni della giudice Apostolico sono un nuovo segnale del clima da far west instillato con l’emanazione dal 2018 ad oggi, di ben sei “decreti sicurezza”, come non si era fatto neanche al tempo del terrorismo.

Cronaca - di Ammiraglio Vittorio Alessandro

6 Dicembre 2024 alle 10:00

Condividi l'articolo

Perché Iolanda Apostolico ha lasciato la magistratura, la violenta gogna del governo Meloni: a chi toccherà domani

Le dimissioni della giudice Iolanda Apostolico coronano una delle più violente campagne denigratorie condotte dal governo, e dai suoi più prossimi organi di stampa, negli ultimi anni. Fu lei a firmare l’ordinanza del Tribunale di Catania che ritenne palesemente illegittimo l’ordine di trattenere rinchiusi quattro migranti tunisini in forza del decreto Cutro. Molti altri giudici si espressero, in seguito, allo stesso modo e la Cassazione le diede ragione, costringendo il governo ad una parziale, disonorevole ritirata, ma l’ordinanza della giudice Apostolico aveva avuto il torto di arrivare per prima, proprio mentre si affilavano le armi per demolire l’impianto del soccorso e dell’accoglienza in Italia.

Ne seguì una feroce persecuzione ai suoi danni, e a guidare il dossieraggio – l’arma preferita del potere – fu il ministro Salvini. Nel 2018 la giudice aveva partecipato, infatti, ad un presidio di cittadini caricato dalla polizia per avere atteso, in banchina a Catania, lo sbarco, dalla nave Diciotti, dei 177 naufraghi trattenuti al largo per sei giorni dallo stesso ministro (che si avvalse poi dell’immunità e il Parlamento, grazie anche ai voti dei Cinquestelle, non accordò la richiesta di procedere nei suoi confronti per il reato di sequestro di persona aggravato). Dopo l’ordinanza, furono dunque diffuse le immagini – misteriosamente finite nelle mani di Salvini – che ritraevano la giudice fra i manifestanti.

Se ne fece un gran parlare e pochi ebbero la forza di ammettere che, di fronte a un abuso del potere (l’aver negato la dovuta assegnazione del porto di sbarco a un mezzo istituzionale del soccorso), ogni cittadino – qualunque ruolo ricopra nella società – ha il diritto/dovere di esprimere liberamente il proprio dissenso, come appunto fece Iolanda Apostolico, nei modi più civili. Certo è più facile restarsene a casa, girarsi dall’altra parte e non denunciare il pericolo di provvedimenti che restringono gli spazi di libertà (oggi a danno dei migranti, domani non sappiamo) e delle loro conseguenze. Le dimissioni della giudice Apostolico – così salutate da Salvini:Ora potrà comportarsi come una esponente di Rifondazione comunista” – sono appunto una di queste: un nuovo segnale, per chi voglia coglierlo, del clima da far west instillato con editti del giorno dopo e con l’emanazione in sei anni, dal 2018 ad oggi, di ben sei “decreti sicurezza”, come non si era fatto neanche al tempo del terrorismo.

L’ultimo provvedimento, approvato ieri in forma di decreto legge, apre un’altra frontiera alla riduzione delle libertà, con una più intensa repressione del soccorso civile, della possibilità di autodifendersi, della libertà personale. Dei migranti per ora, certo, ma domani non sappiamo.

6 Dicembre 2024

Condividi l'articolo