Le iniziative per i diritti dei detenuti
Facciamo luce sulla salute delle carceri
Dopo le diffide alle Asl sulle condizioni igienico-sanitarie, ecco gli accessi agli atti e un sito per le segnalazioni anonime da parte di chi può accedere ai luoghi di detenzione
Malgrado quest’anno il numero di detenuti abbia superato i 62.000, e i suicidi in carcere siano 83, il dibattito politico nazionale ha archiviato l’illegalità delle carceri e le proposte per metterci una toppa. Il combinato disposto di un circuito detentivo che prevede una capienza regolamentare di poco più di 45.000 persone e la carenza cronica di assistenza sanitaria per la salute mentale stanno protraendo l’illegalità della detenzione in Italia e i suoi trattamenti inumani e degradanti.
Nell’agosto scorso, l’Associazione Luca Coscioni ha diffidato le 102 Asl competenti per la salute nelle 189 carceri ad adempiere al proprio ruolo di fornitrici di servizi sanitari e di monitoraggio delle condizioni degli istituti. Come previsto dalla legge, sta infatti alle aziende sanitarie garantire le condizioni igienico-sanitarie nei luoghi di detenzione con presenza di personale specializzato e (almeno) due sopralluoghi all’anno finalizzati a segnalare eventuali carenze di igiene e profilassi ravvisate nelle strutture. Le diffide inviate il 9 agosto ricordavano che “la responsabilità per la mancata applicazione e/o i ritardi nell’attuazione delle misure previste per lo svolgimento dell’assistenza sanitaria penitenziaria sono imputabili al Direttore Generale della Asl”.
A tre mesi da quella messa in mora, nonostante il termine previsto per l’evasione della richiesta fosse fissato a 30 giorni, meno della metà delle Asl hanno fornito risposta. In molti casi le Aziende sanitarie si sono limitate a presentare la carta dei servizi offerti – redatta con l’amministrazione penitenziaria – condividendo quindi informazioni insufficienti a stabilire la qualità delle azioni effettivamente realizzate nonché le condizioni di vita negli istituti. Alla diffusa genericità delle risposte ottenute si sommano poi ritardi burocratici per scarsa efficienza amministrativa.
Anche un recente lavoro di contatti telefonici con le direzioni delle Asl ha generato un rimbalzo di pec non rintracciabili, protocolli mancanti, pratiche smarrite, mentre il semplice contatto con un dirigente responsabile è risultato difficoltoso se non impossibile, restituendo un apparato burocratico lontano dall’attuazione di un’efficace ed efficiente transizione digitale, figuriamoci del godimento del diritto alla salute in carcere.
A fronte del silenzio istituzionale e delle relazioni problematiche con le Asl, l’Associazione Luca Coscioni ha quindi predisposto 102 richieste di accesso agli atti per ottenere: la relazioni delle visite, eventuali linee guida sul modo con cui queste vengono effettuate, la lista delle istituzioni a cui sono stati inviati i resoconti e le eventuali risposte. Infine dalla settimana prossima al sito FreedomLeaks.org sarà possibile fare segnalazioni anonime e protette relative a quanto visto da chi ha accesso alle carceri.
*Associazione Luca Coscioni