Il blitz della maggioranza
Elon detta e Giorgia scrive: pronto il decreto-Musk, giudici esautorati e Mattarella furioso per la Spazzaprofughi
Ora lo scontro è aperto tra due schieramenti opposti (con l’astensione dei 5 Stelle). Non è uno scontro tra poteri, ma tra una civiltà della morte e una civiltà del diritto
Editoriali - di Piero Sansonetti
La maggioranza è pronta a varare il decreto-Musk. Si chiamerà così perché è stato preparato sulla base degli ordini impartiti l’altro ieri dal futuro Presidente-ombra degli Stati Uniti. Musk aveva dato le disposizioni via Twitter (che ora si chiama X).
Aveva detto che i giudici che applicano le leggi e il diritto sulla base della semplice osservanza delle leggi e del diritto, e non delle necessità del governo Meloni, se ne devono andare. Perché le loro decisioni si contrappongono a quelle del governo e ne danneggiano l’azione e l’immagine. Salvini e Meloni avevano subito applaudito, senza accorgersi che stavano applaudendo una proposta di stravolgimento della Costituzione. Anzi, di tutte le Costituzioni democratiche. Perché nei paesi Occidentali, e non solo, non esistono costituzioni che assegnano al governo, e non alla magistratura, il potere di arrestare la gente, né esistono costituzioni che assegnano al governo il potere di rimuovere i magistrati che non si adeguano alle richieste dei ministri.
Alcuni commentatori di destra hanno giustificato Musk, spiegandoci che lui è abituato alle leggi americane che sono diverse da quelle italiane. Anche Musk ha detto così. Ha sostenuto che in un paese libero come gli Stati Uniti i magistrati non possono ostacolare il governo. Nessuno dei suoi consiglieri, evidentemente, aveva spiegato a Musk, né ai commentatori italiani, che negli Stati Uniti, più ancora che da noi, i giudici sono indipendenti. È vero che sono nominati dal governo, ma hanno un mandato a vita e nessuno può condizionarli né rimuoverli. Ieri il presidente della Repubblica italiana ha risposto con molta nettezza a Musk. Gli ha detto di farsi gli affari suoi, perché l’Italia è un paese in grado di decidere da solo, e secondo le sue leggi, quali debbano essere i rapporti tra magistrati e governo e quali siano i diritti dei profughi. Musk è dell’idea che i profughi vadano combattuti con la più grande deportazione di tutti i tempi (almeno: così ha detto Trump), Mattarella forse ha una idea diversa.
Salvini ieri ha evitato di pronunciarsi sulla protesta di Mattarella. Meloni, che è un po’ più attenta del suo vice, ha dichiarato diplomaticamente che lei ascolta sempre con attenzione le parole del presidente della Repubblica. Le ha ascoltate con attenzione, evidentemente, ma non le ha capite bene. Perché pochi minuti dopo la sua dichiarazione una deputata del suo partito ha presentato l’emendamento Musk, che corregge il decreto flussi e toglie alle sezioni immigrazione della magistratura la competenza sulle procedure accelerate per il trattenimento (cioè per l’arresto pur in assenza di reato) dei richiedenti asilo (cioè dei profughi), trasferendole alle Corti d’appello. Con quale motivazione? Nessuna.
Tenete conto del fatto che queste sezioni immigrazione, costituite da magistrati esperti nella materia, furono istituite nel 2017 con una motivazione molto precisa: fare fronte all’emergenza sbarchi. C’è scritto così nei documenti ufficiali. Dunque, che senso ha sostenere che siccome c’è una emergenza sbarchi va abolita una norma concepita per affrontare l’emergenza sbarchi? A questo punto si apre in Italia, forse per la prima volta, una battaglia politica molto seria su alcune grandi questioni di principio che riguardano l’immigrazione. E si fronteggiano due schieramenti. Il primo abbastanza compatto, anche se con alcune defezioni, e cioè lo schieramento della destra, che deve scontare solo qualche ritrosia da parte di Forza Italia e dei cattolici di Lupi (che ha rilasciato delle dichiarazioni di critica nei confronti di Musk), e questo schieramento di destra considera la lotta all’immigrazione come una priorità politica e come un pilastro della propria identità e della propria propaganda politica. Poi c’è l’altro schieramento, più incerto perché di formazione recente, e cioè lo schieramento della sinistra (Pd, Avs, radicali) che si oppone alle politiche xenofobe e contrappone un’idea che mette al primo posto i diritti umani.
Lo schieramento della destra è pronto a tutto. Basta vedere la vicenda Albania, nella quale alcuni migranti – per fortuna pochi – stati usati come merce e strumento per alimentare la propaganda, e sono stati imbarcati, sbarcati, tenuti per giorni e giorni a vagare sul mare solo per motivi di salvaguardia dell’immagine di Salvini o Meloni. E non è neanche questa la parte più feroce della xenofobia. La guerra alle Ong, che produce centinaia di morti tra i naufraghi, è un capitolo agghiacciante della battaglia politica italiana. Forse neanche al tempo del terrorismo e dell’offensiva mafiosa la politica versava un obolo così alto, in termine di morti, alle proprie scelte e alle proprie identità.
Lo schieramento di sinistra è più incerto. Raramente osa dire chiaro e tondo: “Si salvano tutti, si accolgono tutti”. Persino Lilli Gruber ieri ha voluto precisare che lei non è favorevole all’accoglienza degli irregolari. Per non parlare dei 5 Stelle. Silenziosissimi. Persino il Fatto Quotidiano ieri era l’unico giornale che non riportava in prima pagina le dichiarazioni di Musk, per evitare di farsi coinvolgere nelle polemiche. La battaglia si annuncia molto complicata. Vedremo anche se Mattarella deciderà o no di gettare il suo peso, che potrebbe essere decisivo.
P.S. A proposito, che fine hanno fatto i magistrati sempre in prima fila nelle battaglie contro la politica? Penso ai vari Woodcock, ai Gratteri, agli Scarpinato, ai De Raho, ai Di Matteo, ai Davigo. Forse mi sono distratto, ma mi sembrano un po’ rintanati. Ho visto, ad esempio, che ieri Scarpinato ha scritto sul Fatto. Mi aspettavo una requisitoria contro Musk e Salvini, invece non si occupava di queste faccenduole…