La faida 5 stelle

Conte prova a salvare la sua leadership e caccia Grillo: tagliato il contratto da 300mila euro al garante

Ora si attendono le reazioni di Beppe Grillo. Che ha un po’ di carte da giocare. Sia sul piano della politica, sia sul piano legale.

Editoriali - di Carlo Forte

25 Ottobre 2024 alle 16:30

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Photo credits: Giuliano Del Gatto/Imagoeconomica
Photo credits: Giuliano Del Gatto/Imagoeconomica

Conte ha deciso che Grillo non è un pericolo. Si può mettere alla porta senza contraccolpi gravi. Evidentemente immagina che il gruppo politico che presiede – cioè i 5 Stelle – non abbia più niente a che fare con il vecchio grillismo e con le idee scassa-politica del fondatore e dei Casaleggio. Ritiene di potere veleggiare da solo, e crede che restare solo sia l’unico modo per salvare la sua leadership.

Probabilmente ha anche messo in conto di poter perdere qualche punto in percentuale, sul piano elettorale, ma considera che questo conta poco. Tanto la corsa con la Shlein, che un anno e mezzo fa era realistica, perché i due partiti erano praticamente appaiati, in termini di forza elettorale, ormai è persa. La leadership della sinistra spetta al Pd e basta. Di conseguenza può essere molto più utile avere un partito piccolo, snello, ma obbediente e disciplinato, piuttosto che un partito aperto, democratico, che con ogni probabilità lo travolgerebbe in poco tempo. Si spiega così la decisione di scaricare Grillo. Conte ha fatto sapere di questa sua decisione tramite Bruno Vespa, che non è proprio un giornalista grillino. Glielo ha detto in una intervista che sarà pubblicata a natale nell’annuale libro di Vespa. Ha detto: non gli rinnovo il contratto di 300 mila euro all’anno, perché non ha senso pagare una persona per svolgere la funziona di garante, che è una funziona morale e dunque non può essere regolata dal mercato, e poi perché Grillo sta sabotando la nostra comunità.

Per comunità Conte intende il partito, che tra l’altro da qualche settimana è impegnato nel suo congresso. Che Conte giudica un momento importante di partecipazione. Del Congresso però non si ha alcuna notizia fuori delle stanze dei 5 Stelle, e le modalità di svolgimento sono piuttosto singolari. I delegati non sono eletti, vengono estratti a sorte. Un po’ come si fece nel 2018 quando si trattò di scegliere il premier che avrebbe guidato l’alleanza con Salvini. Ora si attendono le reazioni di Beppe Grillo. Che ha un po’ di carte da giocare. Sia sul piano della politica – la sua leadership non è più quella di cinque o sei anni fa, ma non è ancora esaurita – sia sul piano legale. In attesa che Grillo parli, parlano gli avversari politici. Molti di loro esultano. Esulta Gasparri, che tra l’altro dice di non capire perchè i 5 Stelle pagavano Grillo. Esulta anche Calenda, che tra Conte e Grillo si schiera col primo. Effettivamente Calenda assomiglia più a Conte che a Grillo.

25 Ottobre 2024

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