Raid israeliano su Beirut

Perché Netanyahu ha attaccato l’Onu: “Palude antisemita e terrapiattista”

Qualche applauso e molte contestazioni hanno accolto il suo arrivo nella sala dell’Assemblea per pronunciare il suo discorso. Il presidente dell’Assemblea ha dovuto richiamare all’ordine i presenti, mentre alcune delegazioni abbandonavano la sala, semivuota

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

28 Settembre 2024 alle 21:00

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Perché Netanyahu ha attaccato l’Onu: “Palude antisemita e terrapiattista”

Non ha un ramo d’ulivo in mano. Non ha rassicurazioni di pace da dare. È un commander in chief quello che prende la parola dalla tribuna del Palazzo di Vetro. Un Primo ministro in guerra. Questo è Benjamin Netanyahu. E di guerra parla all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Qualche applauso e molte contestazioni hanno accolto il suo arrivo nella sala dell’Assemblea per pronunciare il suo discorso. Il presidente dell’Assemblea ha dovuto richiamare all’ordine i presenti, mentre alcune delegazioni abbandonavano la sala, semivuota. Preludio infuocato al frontale di Bibi contro le Nazioni Unite, da lui definite una «palude antisemita» e una «società terrapiattista antisraeliana».

«Stare con Israele è in linea con i vostri valori», dice dal podio dell’Onu. In un clima infuocato, il premier con l’elmetto chiarisce: «Non avevo intenzione di venire qui quest’anno. Il mio Paese è in guerra, sta lottando per sopravvivere. Ma dopo aver sentito le bugie e le calunnie rivolte al mio Paese da molte persone su questo podio, ho deciso di venire qui e di mettere le cose in chiaro». E poi gli avvertimenti: «Ho un messaggio per i tiranni dell’Iran: se ci attaccate, vi colpiremo. Non c’è un posto in Iran che non possiamo raggiungere. E questo vale per l’intero Medio Oriente».

Messaggio numero due: «Ho un messaggio per Hamas, lasciate andare gli ostaggi, quelli che sono vivi liberateli e restituite alle famiglie i resti di quelli che avete ucciso». E ancora: «La guerra a Gaza può finire se Hamas si arrende, depone le armi e restituisce gli ostaggi, altrimenti continueremo fino alla vittoria». Il premier israeliano ha ribadito che «Hamas deve andarsene» da Gaza, perché se rimarrà «potrà riorganizzarsi ed attaccare di nuovo Israele come ha promesso di fare». Per questo ritiene «inconcepibile e ridicolo» che Hamas possa essere parte della ricostruzione di Gaza, chiedendo polemicamente, a chi sostiene il contrario, cosa avrebbero detto di un post Seconda Guerra mondiale in Europa che comprendesse i nazisti.

Messaggio numero tre: «Finché Hezbollah sceglie la guerra, Israele non ha alternative», avverte Netanyahu, assicurando che lo Stato ebraico continuerà gli attacchi in Libano «finché non raggiungeremo i nostri obiettivi». «Continueremo a indebolire Hezbollah», proclama, definendoli la «quintessenza delle organizzazioni terroristiche». «Quando è troppo è troppo», sbotta.
Attacca e ancora attacca. Contro tutto e (quasi) tutti: «I veri criminali di guerra non sono in Israele», scandisce Netanyahu, in polemica con la Corte penale internazionale che ha emesso un mandato d’arresto nei suoi confronti con questa accusa. «Combatteremo fino alla vittoria totale», insiste.

La “pace di Bibi” è questa. Vittoria totale. E poi, forse, si può discutere. Forse per non scontentare il suo amico Donald Trump, Netanyahu concede un riferimento agli Accordi di Abramo vanto diplomatico di The Donald presidente. «Dobbiamo continuare il percorso che abbiamo lastricato con gli accordi di Abramo, ciò significa raggiungere uno storico accordo di pace tra Israele e Arabia Saudita», dice, sottolineando però che la delegazione di Riad non è in aula.

Il bilancio delle vittime nel Paese dei cedri ha continuato a crescere. Soltanto giovedì, secondo le autorità libanesi, sono state uccise 81 persone, inclusa una cittadina francese ottantasettenne, nel crollo di un palazzo. Sono oltre 700 le vittime da lunedì. Quando il sole tramonta, le forze armate israeliane sferrano un massiccio attacco aereo su Beirut. Enormi e spesse nubi di fumo si sono alzate dalla capitale libanese dopo che si sono udite numerose esplosioni, secondo testimoni Reuters. “Il portavoce dell’Idf Daniel Hagari dichiara che il quartier generale centrale di Hezbollah, situato sotto un edificio residenziale nel quartiere Dahiya a Beirut, è stato colpito in serata”. L’obiettivo dell’attacco, rivela Fox news, è Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah. Fonti vicine al movimento sciita libanese fanno sapere che Nasrallah “sta bene”.

28 Settembre 2024

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