Il conflitto in Medio Oriente
Libano, da Stati Uniti ed Europa la proposta di un cessate il fuoco di 21 giorni: Israele risponde con nuovi bombardamenti
Da un lato un consistente gruppo di Paesi, capeggiati dagli Stati Uniti ma a cui vanno aggiunti Italia, Francia, Germania, Australia, Canada, Giappone, oltre ad Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Qatar, che hanno chiesto a gran voce in occasione della riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a New York un cessate il fuoco immediato in Libano, dall’altro Israele che continua imperterrita la sua offensiva militare nel “Paese dei cedri” per colpire Hezbollah, col rischio sempre più probabile di una invasione anche via terra del sud del Libano.
È questo lo stallo a livello internazionale sul nuovo fronte in Medio Oriente. La proposta dei Paesi occidentali chiede una pausa di 21 giorni nei combattimenti: l’obiettivo espresso dai firmatari è quello di dare spazio ad incontri per ottenere una “risoluzione diplomatica” del conflitto, con una tregua da applicare alla “Linea blu“, quella porzione di territorio che segna il confine tra il nord di Israele e il sud del Libano e dove si sono concentrati gli scontri degli ultimi giorni.
Nel comunicato Stati Uniti e alleati hanno chiesto alle parti coinvolte, dunque da una parte Israele e dall’altra Hezbollah, ma anche il governo libanese, di “sostenere immediatamente il cessate il fuoco temporaneo” per fermare le “intollerabili” ostilità in corso.
Una richiesta in parte sostenuta da Yair Lapid, leader dell’opposizione israeliana, che però ha proposto un cessate il fuoco di sette giorni “per non consentire a Hezbollah di ripristinare la catena di comando e controllo. Non accetteremo alcuna proposta che non includa la rimozione di Hezbollah dal nostro confine settentrionale”, ha scritto su X Lapid. “Qualsiasi proposta avanzata dovrà consentire ai residenti del Nord di ritornare immediatamente sani e salvi nelle loro case e portare alla ripresa delle trattative per l’accordo sugli ostaggi. Qualsiasi violazione, anche la più lieve, del cessate il fuoco porterà Israele ad attaccare nuovamente con tutta la sua forza e in tutte le zone del Libano”, ha aggiunto il leader dell’opposizione al governo Netanyahu.
Una richiesta di cessate il fuoco che ha anche un secondo obiettivo: far riprendere i negoziati per un cessate il fuoco a Gaza, che continua ad essere sotto attacco israeliano, così da ottenere la libera degli ostaggi ancora in mano ad Hamas.
Nella notte tra mercoledì e giovedì i raid israeliano però non si sono fermati: soltanto nelle ultime 24 ore sono state 81 le persone uccise in Libano, 403 quelle ferite, come riferito dal ministero della Sanità libanese nel suo ultimo aggiornamento. Da lunedì ad oggi le vittime libanesi sono oltre 600: per fare un confronto l’ultimo conflitto tra Hezbollah ed Israele, nel 2006, causo 1200 morti in un mese.
Lo stesso ufficio del primo ministro Netanyahu ha apertamente rifiutato la richiesta arrivata dall’Onu: “Si tratta di una proposta franco-americana a cui il primo ministro non ha ancora risposto“. Una dichiarazione che inoltre definisce “contrario alla verità” un rapporto di Channel 12 secondo cui Netanyahu avrebbe ordinato alle IDF di attenuare gli attacchi in Libano, affermando che il premier ha autorizzato l’esercito a continuare a colpire con tutta la sua forza e aggiungendo che i combattimenti a Gaza continueranno finché non saranno raggiunti tutti gli obiettivi della guerra.
Giunto a York per intervenire all’Onu, Netanyahu è stato ancora più diretto: appena messo piedi sul suolo statunitense ha ribadito che l’esercito “continuerà a colpire Hezbollah con tutta la forza finché non riporteremo i residenti del nord nelle loro case”. Parole accolte con estrema freddezza dalla Casa Bianca, che ha tramite la portavoce Karine Jean-Pierre ha puntualizzato che la proposta comune per il cessate il fuoco era stata “coordinata” proprio con Israele.