Il vicepresidente Arci

Strage di Cutro e sequestro di Open Arms, per la destra “Chi governa può fregarsene delle leggi”. Parla Filippo Miraglia (Arci)

È l’idea alla base della vergognosa vicenda del sequestro delle 147 persone sulla Open Arms. Ed è emersa anche dalla strage di Cutro

Interviste - di Umberto De Giovannangeli

17 Settembre 2024 alle 13:30

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Strage di Cutro e sequestro di Open Arms, per la destra “Chi governa può fregarsene delle leggi”. Parla Filippo Miraglia (Arci)

Filippo Miraglia, responsabile immigrazione e Vicepresidente Arci nazionale; Qual è il segno più rilevante della vicenda Salvini-Open Arms alla luce delle richieste della procura di Palermo?
La destra xenofoba usa da sempre l’immigrazione per i propri interessi privati, attraverso la propaganda. Salvini, come Le Pen, Orban e lo stesso Trump, hanno fatto di questo il loro core business potremmo dire. Convincere i propri concittadini che staranno meglio se i diritti dei migranti verranno cancellati, se lo spazio per i diritti umani e per chi li promuove, sarà ridotto a zero. Il richiamo alla difesa dei confini fa parte di questa propaganda. Le persone che arrivano alle nostre frontiere non hanno alcun altro modo per mettersi in salvo, si tratta di una scelta obbligata. Chi oggi scappa dalla Libia o dalla Tunisia, così come dalla Turchia, fugge da violenza diffusa e sistematica, peraltro nota a tutti e più volte denunciata, e da una mancanza di prospettiva, di futuro.
Non essendoci altro modo per mettere in salvo se stessi e i propri cari sono obbligati, e questo è un elemento che va sempre sottolineato, a rivolgersi a chi organizza e lucra sui viaggi via mare o via terra. Sono le leggi proibizioniste e i governi a consegnare le persone in mano ai trafficanti. Quelle persone si presentano inermi alle nostre frontiere e non rappresentano in alcun modo una minaccia. Il richiamo alla difesa dei confini è surreale e serve solo a consolidare l’idea, antica ma sempre efficace, dello straniero come nemico. Questa vergognosa vicenda del sequestro di 147 persone fa parte della loro campagna di criminalizzazione dell’immigrazione ed è evidente che l’elemento principale è rappresentato dall’idea che chi governa non deve rispettare la legge e, in virtù del mandato degli elettori e delle elettrici, può usare il potere a proprio piacimento. Da questo punto di vista è chiaro che la magistratura è, come e più delle associazioni che denunciano e fanno emergere i comportamenti illegittimi del Governo, un nemico da abbattere. Il principio di legalità che chi governa dovrebbe rispettare più dei comuni cittadini, è considerato da questa destra, ma purtroppo non sono gli unici, un fastidioso ostacolo.

Due anni di governo Meloni quale bilancio sul fronte migranti?
Il Governo Meloni è ossessionato da questo argomento. Ha prodotto nel primo anno di vita almeno 5 modifiche legislative e due accordi internazionali. Si tratta di una quantità imbarazzante di interventi che, oltre a rendere evidente la confusione e la totale mancanza di senso dello Stato, ha prodotto più volte situazioni di conflitto con la legislazione internazionale e con il diritto europeo.
Anche qui l’elemento fondamentale che emerge è appunto l’idea di impunità: si possono cancellare principi di diritto internazionale e costituzionale, i diritti umani, se si ha il consenso dell’elettorato. La strage di Cutro è quella dalla quale è emersa palesemente questa idea. Di fronte ad una strage, soprattutto di persone di origine afghana che fuggivano da Erdogan, che con i nostri soldi li rimanda indietro a centinaia di migliaia, nelle braccia dei talebani, il governo, oltre a non aver sentito neanche il dovere di portare la propria solidarietà ai sopravvissuti e ai parenti delle vittime, che si trovavano a pochi metri dalla riunione del Governo, a introdotto modifiche che si scontrano contro le direttive europee e, appunto, contro il diritto internazionale. La legge n.50/23 è frutto di un cinismo davvero senza limiti. Di fronte ad una strage si legifera per ridurre ulteriormente la possibilità di viaggiare per chiedere protezione, facendo così un favore ai trafficanti che, dopo l’approvazione di quella legge, avranno festeggiato per la prospettiva di aumentare i loro introiti.

Cosa si sente di chiedere l’Arci alle forze politiche della sinistra?
Purtroppo, in questi anni le forze democratiche e di sinistra, salvo poche eccezioni, non hanno compreso la rilevanza e la centralità del tema dell’immigrazione e oscillavano e continuano ad oscillare tra la paura di perdere consenso, che ha portato quasi sempre al silenzio, e l’idea che per fermare le destre bisognasse inseguirne le argomentazioni. Una situazione che ha prodotto un disastro ovunque e che purtroppo non si è conclusa. Basti pensare alla reazione del cancelliere tedesco, che è un socialdemocratico, all’avanzata della destra neonazista nelle regionali di qualche giorno fa. Si ripropone l‘idea che inseguire le destre sia l’unica strada. Un atteggiamento che in questi anni ha prodotto un allargamento del consenso alle destre xenofobe. Da anni noi chiediamo, e mi pare che oggi in Italia questa scelta sia non più rinviabile, che le forze di sinistra investano su diritti e uguaglianza con la stessa determinazione e la stessa forza, le stesse risorse, con cui le destre hanno investito su discriminazione e razzismo. Pensare che si possa evitare un conflitto su questo tema parlando d’altro è sbagliato. Ma ancora di più lo è inseguire le destre, come è stato fatto in questi anni tante, troppe volte, allargando lo spazio del loro consenso. Gli errori fatti sono tanti. Ma temiamo che ancora oggi, in nome di una presunta moderazione, si possa continuare a lavorare per consolidare l’egemonia delle destre, anziché provare a scardinare Per questo è necessario e urgente cambiare linguaggio e metodo e inaugurare concretamente una nuova stagione dei diritti.

 

17 Settembre 2024

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