Il caso dell'ex governatore
Toti lasciato solo patteggia: la Procura stravince, batosta per lo stato di diritto
Toti è stato lasciato solo dal centrodestra e aggredito dal centrosinistra che addirittura è sceso in piazza contro di lui quando era detenuto. E alla fine si è arreso. Peccato.
Editoriali - di Piero Sansonetti
Giovanni Toti ha patteggiato con la Procura. Ha accettato una condanna a due anni di prigione, più la confisca di qualche decina di migliaia di euro, in cambio della rinuncia, da parte della magistratura, ad alcune delle accuse più gravi. Restano in piedi solo corruzione impropria (reato molto vago) e finanziamento illecito dei partiti. Toti non sconterà la prigione perché c’è nell’accordo la commutazione nella pena alternativa dei “lavori socialmente utili”. Dovrà stare a questi lavori per 1500 ore.
Si conclude così uno degli scontri più feroci degli ultimi anni tra magistratura e politica. Toti era stato uno dei pochi esponenti politici che si erano opposti all’incursione della Procura. Per molte settimane aveva rifiutato di accogliere la pretesa dei Pm di avere le sue dimissioni da presidente della Regione in cambio della fine degli arresti domiciliari. Poi, sfiancato, aveva accettato. Da quel momento, probabilmente, è iniziata la trattativa che si è conclusa nella giornata di ieri. Difficile valutare la vicenda – cioè, la conclusione della vicenda – se non come un successo molto netto dei Pm. Che probabilmente avrà conseguenze importanti. Il caso Toti ha messo in moto un’onda lunga che sarà pagata da molti altri politici, tra i quali alcuni di quelli che in questi mesi non hanno avuto il coraggio di esporsi e di difenderlo.
Toti ha spiegato che nell’accordo è scritto ben chiaro che lui non ha preso una lira. Benissimo. Penso proprio che sia vero. Ha spiegato che se non avesse patteggiato sarebbe stato impigliato in una vicenda giudiziaria che sarebbe durata non meno di dieci anni, e dieci anni di processo sono una condanna pesantissima, che ti taglia le gambe, ti taglia la vita. Penso che anche questo sia assolutamente vero. Però c’è un problema politico. Il messaggio che viene recepito dalla stragrande maggioranza dei cittadini è inevitabilmente questo: “Toti ha confessato. I Pm avevano ragione”.
I Pm non avevano ragione. Avevano torto marcio. Perché contro Toti non c’era niente. Reati inesistenti. Accuse robuste come il semolino. I magistrati avevano deciso che toccava a loro giudicare le scelte della Regione e stabilire se fossero giuste o sbagliate. Cioè avevano invaso il campo. Andavano respinti. Era necessario, per ristabilire lo Stato di Diritto. Toti è stato lasciato solo dal centrodestra e aggredito dal centrosinistra che addirittura è sceso in piazza contro di lui quando era detenuto. E alla fine si è arreso. Peccato. Oggi per lo stato di diritto è una giornata nera. È un altro oscuro capitolo di Mani pulite.