L'ex governatore
Toti torna libero, revocati gli arresti domiciliari dopo le dimissioni: “Processo alla politica, coscienza a posto”
A pochi giorni dalle dimissioni, per la procura è venuto meno il rischio di reiterazione del reato. Accolta la richiesta dell'avvocato. L'ex governatore potrà lasciare la villa di Ameglia dove si trovava da 80 giorni
Giustizia - di Redazione Web
Giovanni Toti non è più Presidente della Regione Liguria e quindi non è più pericoloso: non sussiste più il rischio di reiterazione del reato. Revocati gli arresti domiciliari all’ex governatore, a 80 giorni dall’adozione della misura cautelare il giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni ha accolto la richiesta presentata dall’avvocato Stefano Savi. Già ieri era arrivato il parere favorevole della Procura. Toti potrà la sciare la villa di Ameglia, in provincia di La Spezia, dove si trovava dal 7 maggio.
Giovanni Toti era a due terzi del suo terzo mandato da governatore, era stato eletto presidente alla guida della Regione Liguria l’11 giugno 2015, confermato alle elezioni regionali del 2020. È stato arrestato con l’accusa di corruzione, secondo cui avrebbe ricevuto tangenti in cambio di favori, in particolare la concessione di spazi del porto di Genova all’azienda di servizi portuali dell’imprenditore Aldo Spinelli. Quest’ultimo era stato arrestato a maggio assieme ad altre persone, tra cui lo stesso Toti e Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell’autorità portuale che gestisce il porto di Genova. Toti ha sempre respinto ogni accusa. Il Tribunale del Riesame aveva respinto in un primo momento la revoca degli arresti, da quel momento Toti aveva preso a considerare più seriamente le dimissioni.
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Le dimissioni di Toti
“Io sottoscritto, Giovanni Toti, con questa mia rassegno dimissioni irrevocabili da presidente della Giunta regionale della Liguria – aveva scritto in un messaggio contenuto nella lettera di dimissioni di Toti – carica alla quale sono stato proclamato con atto dell’ufficio centrale per l’elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale della Liguria presso la Corte di appello di Genova in data 8/10/2020. Inoltro questa mia alle autorità in indirizzo per tutte le competenze di legge relative alla gestione transitoria dell’ente e l’avvio delle procedure per l’indizione di nuove elezioni”.
Il caso Toti e le elezioni anticipate
“È chiaro che la prova di forza data dalla procura di Genova avrà una influenza notevole sul dibattito politico – scriveva su L’Unità il direttore Piero Sansonetti – L’arresto del tutto immotivato di Toti e la sua non liberazione suonano come un avvertimento a tutto il Parlamento. Le procure hanno dimostrato di avere lo scettro in mano. E di non temere una reazione politica perché consapevoli che la politica, tutta, ha un atteggiamento tremebondo e sottomesso”.
Le dimissioni di Toti hanno aperto un nuovo fronte politico, lo scenario del voto anticipato: secondo la legge il ritorno alle urne per gli elettori liguri va convocato entro 90 giorni dalle dimissioni. La prima data utile è quella del 27 ottobre ma è probabile che, considerato come in autunno tornino al voto anche i cittadini dell’Emilia-Romagna (voto già fissato tra il 17 e il 18 novembre) e dell’Umbria, si opti per un “election day”.
Il messaggio di Toti tornato libero
Toti è tornato a parlare da uomo libero sui social. In un lungo messaggio ha ringraziato “tutti coloro che in questi 86 giorni tramite la famiglia, l’avvocato, e in ogni modo possibile, mi hanno fatto sentire il loro affetto e la loro vicinanza. È stato il maggior conforto in questi giorni bui”, le sue parole.
Ma soprattutto Toti ha rivendicato ancora una volta la sua innocenza ed estraneità dalle accuse contestate dalla procura di Genova: “Ci difenderemo da ogni accusa, con la coscienza a posto di chi non ha mai intascato un centesimo dei liguri, ma lasciamo una Liguria più ricca: di lavoro, di opportunità, di speranze”.
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Infine il messaggio più politico dell’ormai ex governatore ligure: “Quello che è accaduto in questi tre mesi è un processo alla politica: ai finanziamenti, trasparenti e legali, agli atti, anch’essi legali e legittimi, che abbiamo ritenuto necessari e utili a far crescere la nostra terra”.